Questa volta siamo nel Lazio, nel tranquillo paese di Anagni che per alcuni anni nel Medioevo è stato il centro del mondo occidentale. Vi spieghiamo perchè e vi mostriamo le sue straordinarie testimonianze artistiche poco note, soffocate dalla vicinanza con Roma. Eppure per capire meglio la Chiesa del 1200 bisogna proprio venire qui.
Il turismo nel Lazio risente dell’ingombrante presenza di Roma: sembra paradossale, ma una visita alla capitale è talmente assorbente che difficilmente chi viene da lontano riesce a ritagliarsi il tempo per un itinerario tra le tante bellezze della regione circostante. Eppure il Lazio è ricchissimo di luoghi carichi di storia millenaria, di incantevoli paesi medievali e rinascimentali, di paesaggi dolci e vari che meritano un viaggio a se’.
Per questo tra le bellezze italiane da scoprire oggi vorrei proporvi una poco pubblicizzata perla che per alcuni anni del nostro medioevo è stata in qualche modo al centro del mondo: Anagni.
Anagni è stata infatti la roccaforte dei papi in un periodo chiave della guerra tra papato e impero, e forse solo visitando questa deliziosa cittadina medievale si capice quanto la Chiesa del 1200 sia stata provinciale nel momento stesso in cui aveva pretesa di essere temporalmente universale e fonte stessa di ogni legittimo potere temporale . Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII nacquero e risiedettero qui per lunghi periodi, e qui si svolsero episodi che segnarono la storia del mondo occidentale. Sembra difficile passeggiare per le vie di questo tranquillo paese e pensare che da qui Innocenzo III condusse la sua guerra vittoriosa contro l’imperatore Federico Barbarossa nel 1167; qui lo stesso papa sognò per ispirazione divina San Francesco che poi si presentò a lui per l’aprovazione della regola,e forse senza quel sogno il grande santo sarebbe passato per uno dei tanti eretici che venivano condannati per le loro idee pauperistiche. Alessandro IV poi fu colui che scomunicò Federico II, che pure passò e soggiornò ad Anagni.
Infine di qui è Bonifacio VIII Caetani, il papa avvocato il cui pontificato segnò il culmine del nepotismo della Chiesa, proveniente da quella famiglia Caietani che aveva progressivamente allargato i propri domini a tutta la Ciociaria attraverso una spietata guerra per il potere, non disdegnando di liquidare i propri rivali attraverso le accuse di eresie e le scomuniche. Bonifacio VIII fu protagonista di uno degli aneddoti storici che si imparano sin da bambini: “lo schiaffo di Anagni”, citato da Dante nella Divina Commedia, pparentemente un episodio banale, che però in quel contesto storico paralizzò il mondo dallo stupore. Visitando il Palazzo dei Papi di Anagni, in cui tutto è rimasto immutato, possiamo quasi rivivere ciò che avvenne: Filippo il Bello, dopo aver tentanto di far cassa tassando i beni ecclesiastici, fu oggetto di una serie di bolle papali, e per evitare la scomunica mandò a tentare di rapire in ostaggio il papa con un esercito Guglielmo di Nogaret insieme al nobile romano Giacomo Sciarra Colonna, di famiglia acerrima rivale dei Caietani. L’esercito giunse nel 1303 ad Anagni, Guglielmo di Nogaret e Giacomo Sciarra Colonna entrarono nel palazzo dei papi, passarono magari nella sala delle oche, guardando con meraviglia quei muri tutti a losanghe colorate su ognuna delle quali è dipint un’oca, e nella sala degli scacchi, quel bel salone con il pavimento a grandi riquadri bianchi e rossi con il trono papale, lo Sciarra Colonna schiaffeggiò (o fece il gesto di schiaffeggiare, fermato da Guglielmo di Nogaret) Bonifacio VIII. Ci sia stato o no lo schiaffo materiale, lo schiaffo morale fu troppo forte per un papa che aveva fatto del potere la propria ragione di vita: liberato dal suo popolo di Anagni pochi giorni dopo, il papa non resistette all’onta e alla rabbia e morì. Con lui si chiudeva un periodo per la Chiesa e probabilmente anche la stagione in cui Anagni era stata davvero “caput mundi”.
A testimoiarlo restano dei veri e propri gioielli architettonici nascosti, prima fra tutti la cattedrale di Santa Maria. collocata in una prospettiva scenografica che offre da ogni angolazione una nuova sorpresa, il cui pavimento è ricco di mosaici e l’interno deliziosamente sobrio e armonico. Nella cattedrale è stata aperta per il giubileo una Porta Santa, una “porta della misericordia”, come il papa ha voluto che si chiamasse, e forse passare attraverso la porta della misericordia di Anagni ha un significato speciale, quello che tra tante mire di potere temporale che hanno caratterizzato certi protagonisti della Chiesa nella storia, quello che resta nei secoli e che è realmente universale è la ricerca di una spiritualità libera da legami materiali ed essenziale, intima e genuina come è oggi Anagni.
Da non perdere è la cripta di San Magno, tutta ricoperta di splendidi affreschi raffiguranti la creazione ed il giudizio universale, nota come la Cappella Sistina del Medioevo.
E’ interessante anche il Museo del Tesoro della Cattedrale, contenente un reliquiario diSan Tommaso Becket (curiosa coincindenza: le reliquie del Santo martirizzato perchè non venne meno alla sua fedeltà alla chiesa nonostante le pressioni del re, portate nella città chiave dello scontro tra il papa e l’imperatore!).
Nella piazza sotto la cattedrale, a sinistra c’è un palazzo i cui cancelli di ferro battuto sono splendide opere d’arte: è l’abitazione del noto maestro scultore Tommaso Gismondi, con il museo permanente delle sue belle opere. La scultura non è solo patrimonio del nostro rinascimento!
Ma soprattutto è suggestivo perdersi (per quanto ci si possa perdere in un borgo che conta poco più di 20.000 abitanti) nel cuore di Anagni, vagabondando a caso nel centro mediavale, fatto di edifici antichi di sobria eleganza, di piazzette tranquille e vicoli stretti che si aprono su scorci che rivelano all’improvviso chiese romaniche, campanili, logge. Molto bello è il palazzo civico, del 1163, chiamato il “Palazzo della Ragione”, a cui si accede per una serie di archi di spropositata ampiezza, che formano un insolito portico che sorregge la grandissima sala della ragione, tra cui un po’ insapientemente è permesso alle macchine il parcheggio.
Da non perdere è poi casa Barnekov, dal nome del pittore svedese che lìha abitata nel XIX secolo, ma in realtà è una splendida casa medievale, con una facciata molto mossa e briosa, dove si dice che abbia alloggiato Dante (anto per condensare davvero in Anagni tutto il nostro medioevo!)
Girando tra i vicoli vi imbatterete anche in graziose botteghe che vendono prodotti di artigianato genuino: merletti, intagli, ricami. Nella zona si fabbricano anche mobili in stile.
Se vogliamo fare un tuffo nel passato ancora più remoto ecco i resti delle mura ciclopicheche in epoca preromana circondavano la città (molto meglioconservate nella vicina Alatri, per gli appassionati del genere) e la Villa Romana di Villamagna.
Il monumento ai caduti in piazza Cavour ci porta a storia recente e ci ricorda che durante la II guerra mondiale anche Anagni fu pesantememente bombardata (non siamo del resto lontani da Cassino). Dalla piazza Cavour affacciatevi a vedere il panorama ampissimo su tutta la verde valle.
Appena fuori dalle mura è da visitare la Chiesa di San Pietro in vineis, del XII secolo con interessantissimi affreschi del 1200 raffiguranti la passione e resurrezione di Cristo, annessa anticamente al convento delle clarisse ed oggi al convitto INPS “Principe di Piemonte”, grande edificio articolato e complesso, progettato tra il 1927 e il 1930 con un mix tra la struttura multilivellare tipica del paese medievale e gli spazi aperti ideati dal funzionalismo europeo. Peraltro, per chi non lo conoscesse, è una struttura educativa di ottimo livello.
E ora qualche consiglio pratico: se arrivate ad Anagni all’ora di pranzo e avete qualche dubbio sul da farsi, fiondateci subito in uno dei tutti sfiziosi ristorantini del centro e deliziatevi con abbacchio (a volte un po’ bruciacchiato alla maniera dei pastori ma buonissimo) annaffiato col vino Cesanese della zona e seguito da ottimi amaretti. Inutile infatti visitare subito la città, perchè tutti imonumenti dal palazzo dei Papi alla cattedrale, sono chiusi dalle 13 alle 15. Evviva i posti in cui la pausa pranzo è ancora importante!
Vi consiglio inoltre di lasciare l’auto fuori da una delle 5 porte medievali di accesso ad Anagni, oppure subito dentro nelle prime piazze piiù larghe, o vi ritroverete a passare per vicoli sempre più stretti con macchine parcheggiate nei modi più assurdi.
COME ORGANIZZARE UNA GIORNATA AD ANAGNI
Quanto può costare un week-end per 2 persone:
– Non fermatevi a dormire ad Anagni, proseguite per 8km lungo la ss155 sino a Fiuggi fonte, e lì troverete hotel per tutti i gusti, dai villini liberty belli w a basso costo (intorno a i 50€ la doppia), a quelli lussuosi con spa e piscina.
Per mangiare ad Anagni Risotrante del Gallo, Frantoio del Vicolo di Vino, Ristorante Hernicus, Lo Schiaffo, Cantina della Valle, tutti con genuina cucina ciociara e prezzi onesti (intorno ai 25€)
Arrivare: a due passi da Roma, autostrada Roma-Napoli casello di Anagni (a 27 km da Roma sud)e poi superstrada 155 per Anagni-Fiuggi. Oppure, se atete voglia di più lento ma pittoresco viaggio, predete da Roma direttamente la via Casilina.
Da non perdere:
– il tuffo nella storia con il Palazzo dei Papi e la sala dello schiaffo di Bonifacio VIII
-la cattedrale di Santa Maria e la cripta di San magno, la “cappella Sistina del Medioevo”
– passare la porta della Misericordia nella città dei papi
– il Palazzo della Ragione e il suo spettacolare porticato
– tutto il centro medievale perfettamente conservato
-la chiesa di S.Pietro in vineis
– un pranzetto a base di abbacchio e Cesanese in un’autentica trattoria ciociara.