Aquileia è un paesino di 3000 anime non lontano da Trieste e da Grado, ma dietro quella tranquilla facciata nasconde un Patrimonio dell’Umanità UNESCO ed è anche il terzo parco archeologico dell’Italia Settentrionale, e quindi per il suo valore storico-archeologico se la batte con luoghi come Ravenna.
Il motivo di questa importanza è che Aquileia, fondata dai Romani nel 181 a.C. come colonia militare, fu una località strategica per l’impero romano fino a quando fu messa a fuoco da Attila nel 452 d.C. Ma Aquileia fu anche importantissima per la chiesa paleocristiana, in quanto fu sede metropolita.
Aquileia infatti era la città capoluogo della X Regione augustea, importante snodo di traffici con il suo porto fluviale e le vie consolari che la attraversavano, la via Flavia, la via Postumia e la via Annia.
Gli scavi, molto vasti, hanno portato alla luce il porto, il foro, la zecca, una basilica, la via sacra costeggiata di epigrafi votive e monumenti, fondazioni di case e negozi, le mura difensive, e tanti interessanti reperti che sono conservati nel ricchissimo Museo Archeologico Nazionale.
Le zone archeologiche sono separate tra loro in diversi punti del paese “moderno” , ma sono tutte ad un tiro di schioppo l’una dall’altro. la zona più vasta è quella della via sacra e del porto fluviale.
Quest’ultimo doveva essere una grande opera, se si pensa che era largo ben 48 metri e percorribile per 10 km, mentre oggi rimane solo un vero e proprio rigagnolo e bisogna lavorare di immaginazione.
Quello che emoziona però è l’Aquileia paleocristiana, che ruota intorno alla splendida basilica patriarcale di Santa Maria Assunta, costruita tra il IV e l’XI secolo, e ricostruita nel corso del 1300 dopo un terremoto che l’aveva distrutta. I terremoti in questa zona sono frequenti e se ne vedono le tracce nelle crepe sulle mura interne della facciata.
L’interno quindi si presenta oggi in stile gotico romano, maestoso ma semplice in cui spiccano i meravigliosi mosaici del pavimento, rimasti intatti dalla basilica originaria, che valgono da soli un viaggio per ammirarli.
Per certi aspetti ( gli antichi mosaici didascalici e la cripta) mi ricorda un po’ la cattedrale di Otranto.
Consiglio il biglietto cumulativo che comprende non solo la visita della basilica ma anche della cripta dipinta e di quella con gli scavi archeologici degli edifici preesistenti, del campanile che è staccato rispetto alla chiesa e del battistero.
L’interno è stato attrezzato magistralmente, con una passerella di vetro un po’ sopraelevata che permette di osservare benissimo tutto il pavimento ma non lo fa rovinare dal calpestio.
Tutto il pavimento della basilica è un enorme mosaico a scene, oltre 760 metri, ed è il più antico e il più esteso mosaico cristiano d’occidente!
E’ concepito come un libro, per insegnare con le immagini e i simboli le storie della Bibbia e del Vangelo e la dottrina cristiana.
Spiccano le immagini degli animali, che ricorrono in diversi episodi, dai cervi alle pecore, agli uccelli, ai pesci.
Così Gesù è rappresentato come buon pastore, con la pecora smarrita sulle spalle e tutte le sue pecorelle (un po’geneticamente modificate) intorno.
Ancora in un grande mare pescoso di diversi tipi di piccoli e grandi pesci, una balena sotto forma di grosso mostro marino ingoia il profeta Giona, che viene poi risputato dopo una lunga permanenza nel suo ventre. Questo episodio biblico viene ricordato qui come simboleggiante la resurrezione, il ritorno alla vita.
Ci sono due cripte: una è frutto degli scavi archeologici che hanno portato alla luce le fondamenta della prima basilica del IV secolo ma anche le case romane su cui era stata costruita.
La cripta si estende fino a tutto intorno il campanile e presenta i mosaici più particolari tra tutti, come la bella scena di lotta tra un gallo e una tartaruga ( la tartaruga è associata al “tartaro”e quindi all’inferno) o il nido di pernici, il cesto di lumache o infine la rossa aragosta di cui mi sfugge proprio il possibile significato simbolico.
La seconda è invece una splendida cripta completamente affrescata sui muri e le basse volte e contiene le reliquie dei martiri.
Il battistero ha una sala in cui è posta una grande vasca esagonale per immersione, ed un altro ambiente dove sono conservati ulteriori mosaici, tra cui un bel pavone, simbolo dell’ immortalitá donata attraverso il battesimo dalla nuova vita in Cristo.
Infine il campanile detto del vescovo Poppone, staccato dalla chiesa, è molto elegante e offre dalla sua cima un ampio panorama su tutti gli scavi romani e sullo scenario naturale della pianura sino al mare; si dice che sia stato fatto a modello del famoso Faro di Alessandria, ed in effetti sembra proprio un faro che indica da lontano tra i verdi campi la direzione della basilica. Con un saccheggio che era tipico dell’epoca, per la sua costruzione furono usati i blocchi di marmo dell’anfiteatro romano.
Davanti al campanile è una colonna con in cima la lupa di Romolo e Remo, che ci ricorda questo legame con la caput mundi, così forte che Aquileia era addirittura chiamata la seconda Roma.
Dietro alla basilica è il “cimitero degli eroi”, un piccolo cimitero militare con tante semplici croci di caduti nella prima guerra mondiale, tra cui una medaglia d’oro e diverse medaglie d’argento, testimonia tante storie di coraggio e di abnegazione per quella patria irredenta, riconquistata palmo a palmo col sangue su quell’Isonzo che scorre qui vicino. Qui riposano anche 11 dei 12 militi ignoti tra i quali fu scelto simbolicamente quello onorato nell’ Altare della Patria.
E’ toccante aggirarsi tra le tante croci e leggere nomi e frasi scritte da figli, spose, padri e madri, che per vincere la disperazione si aggrappano con tutte le loro forze al pensiero della patria tanto amata per cui è stato compiuto il sacrificio.
Il confine è nemmeno a mezz’ora da qui, e al di là ancora tanti splendidi luoghi che sono stati nell’anima italiani da sempre.
Aquileia è quel posto che mi ricorda le gite delle medie… e che poi ho imparato ad amare davvero molto. Io trovo sia splendida. Sei mai stata a Veleia, sui Colli Piacentini?
Che belli gli affreschi! Adoro visitare il nostro patrimonio storico e questo posto è bellissimo! Lo metto in agenda 🙂
Sembra un paese davvero carino! Sai che non avevo mai sentito parlare di Aquileia, ed è un vero peccato! Mi hai incuriosito a scoprirlo, grazie per questo articolo 🙂
Non ci sono mai stata ma mi ha sempre affascinata. Poi le tue foto sono davvero un chiaro invito!
Ho fatto un tuffo nel passato leggendo di aquileia. Complimenti davvero, hai attraverso le parole e le foto raccontato prefettamente questo paese, dove il passato è ben presente, una vera bellezza italiana
Aquileia è un luogo che racchiude tanta storia e tante storie, grazie per avercene parlato
Quanta storia in questo paese di sole 3000 anime! L’interno della Basilica è davvero meraviglioso, non so ma mi ha colpito sin dall’inizio in modo incredibile!
L’ignoranza mi mangia a morsi, la conoscevo solo di nome e non avevo idea che fosse così ricca di storia. Addirittura Patrimonio UNESCO! Devo rimediare, mi ha incuriosita tantissimo, grazie.
Ho visitato molti anni fa Aquileia e mi ricordo ancora perfettamente l’emozione che ho provato guardando quegli splendidi mosaici. Gli animali sono bellissimi e hanno tante simbologie. Non sapevo che il campanile fosse fatto come il faro di Alessandria, in effetti guardandolo bene sembra proprio un faro