EUR, pensato per santi, poeti, navigatori. L’ultima originale creazione urbanistica di Roma sta per compiere un secolo.
Che Roma sia la città in Europa più carica di antica tremenda bellezza è fuori discussione, ma non si può nemmeno negare che a confronto delle grandi capitali europee la Città eterna ristagna ormai da tempo in un provincialismo incapace di aprirsi al rinnovamento; fatto sta che quando qualche amico in visita a Roma, dopo essersi “imbevuto de fori e de scavi” , per dirla con Petrolini, mi chiede di vedere le bellezze architettoniche di Roma moderna, mi vengono in mente tre o quattro opere notevoli sparse per la città ma per mostrare qualcosa che rimanga davvero impressa, immancabilmente non trovo niente di meglio che indirizzarlo all’ EUR che, Nuvola di Fuxas a parte, si avvia a compiere un secolo di vita, essendo sorto nel suo primo nucleo nel 1935. Eppure rimane secondo me l’ultima vera espressione di un pensiero architettonico ed urbanistico originale sistematico e dagli esiti artistici felici. Chiariamoci subito: qui l’ideologia non c’entra, nonostante negli intenti degli ideatori l’Eur sia un manifesto ideologico a cielo aperto: nei larghi viali, negli edifici di travertino bianco, nelle statue di foggia classica che li contornano, c’e la solennità ritualizzata del regime fascista, il richiamo alle radici delle glorie antiche, il piano di espansione verso il mare e da li verso favolose colonnie. Un quartiere pensato per un Popolo di eroi, di santi, di poeti, di artisti, di navigatori, di colonizzatori, di trasmigratori, citazione scolpita sul Palazzo della Civiltà del Lavoro (per chi non se lo ricorda, la frase è tratta dal discorso di Mussolini del 2 ottobre 1935 contro la condanna all’Italia, da parte delle Nazioni Unite, per l’invasione dell’Abissinia). L’Eur (acronimo di Esposizione Universale di Roma, che avrebbe sovuto svolgersi nel 1942), doveva essere molto piu’ vasto, nelle intenzioni dei suoi pianificatori sarebbe dovuto essere una “Terza Roma” che si sarebbe dovuta dilatare “sopra altri colli lungo le rive del fiume sacro sino alle sponde del Tirreno”, altra scritta che campeggia sula Palazzo delle Tre Fontane all’Eur. La seconda guerra mondiale comporto’ la chiusura e l’abbandono dei cantieri, ma nel dopoguerra l’Eur, ribattezzato quartiere Europa, riprese ad espandersi e ad arricchirsi di edifici monumentali, molti uffici a vetrate e bei palazzi e ville di lusso. Non sono tante le vie commerciali, e forse per questo l’ Eur appare un ambiente un po’freddo. Ma a conoscerlo bene puo’offrire non solo interesse culturale ma anche molte occasioni di svago, per i grandi e per i bambini. Dedicate un sabato o una domenica di sole (con la pioggia l’Eur fa un po’ effetto tristezza da Blade Runner) all’ itinerario che vi propongo, non ve ne pentirete. L’arteria principale dell’Eur e’ il viale Cristoforo Colombo, che lo unisce al centro (poco dopo San Giovanni); per un lungo tratto e’ fiancheggiato da una bella pista ciclabile, ma poi questa si perde improvvisamente e non vi consiglio di addentrarvi in bici su vie a scorrimento veloce, per cui meglio prendere dalla stazione Termini il bus 714 e scendere a Piazzale delle Nazioni Unite, caratterizzato da due esedre speculari di marmo bianco, che sono rispettivamente il Palazzo dell’INA sulla sinistra spalle al centro e il Palazzo dell’ INPS sulla destra. Peccato che le fontane siano prive d’acqua ormai da tempo, originariamente c’erano giochi di zampilli che riempivano l’esedra. I due palazzi gemelli, imponenti strutture di cemento armato rivestite di marmo delle alpi apuane, forse offrono più all’esterno che all’interno, ma il palazzo Inps racchiude molte opere di artisti importanti del dopoguerra, visitabili in certe domeniche dell’anno quando l’Ente aderisce alla manifestazione “porte aperte”. Alzate lo sguardo per ammirare gli altorilievi sulle quattro testate dei palazzi, che risalgono al 1941 e sono un interessante documento storico: quelli del palazzo dell’INA raffigurano la conquista dei mari e l’impero fascista, quelli del palazzo dell’INPS immortalano le repubbliche marinare e Roma contro Cartagine (il sangue contro l’oro, nella retorica fascista). Girate a destra, proseguendo sotto i portici di Viale della Civilta’ del Lavoro lungo il perimetro del palazzo Inps, verso via Ciro il Grande. Di fronte vale la pena ammirare il Palazzo delle Tre Fontane, di travertino bianco (pietra locale molto usata in periodo autarchico) con un colonnato squadrato e statue classicheggianti con la coreografia di alcune vasche d’acqua; è uno spazio espositivo non grandissimo ma dove si svolgono interessanti eventi di nicchia, spesso eno-gastronomici. Continuando per il viale della Civilta’ del lavoro, giungerete al monumento piu’ noto e rappresentativo dell’Eur, il “Colosseo Quadrato“, come e’ significativamente chiamato il Palazzo della Civiltà del Lavoro o Palazzo della Civilità Italiana. Infatti il Colosseo Quadrato, capolavoro del razionalismo, condivide con il più famoso gemello rotondo “i buchi”, nel senso che le sue facciate sono un traforo di 6 file sovrapposte di 9 grandi archi ciascuna, entro ciascuno dei quali al piano terra è collocata una diversa statua di marmo alta 4 metri che rappresenta un’ arte o professione; ai quattro lati sono le sculture equestri dei dioscuri. Il gioco di chiaroscuro tra il bianco della facciata e l’ombra delle nicchie nelle varie ore del giorno o quello delle luci di notte è di straordinario effetto. Doveva essere uno spazio espositivo, ma per 72 anni è rimasto pressochè inutilizzato, fino a quando alcuni anni fa è stato affittato da Fendi come quartier generale, ed ha recuperato almeno in parte la sua vocazione rappresentativa. Tornando indietro, spalle al Colosseo Quadrato girate a destra in Viale Beethoven; sul lato destro passando guardate la facciata del Palazzo delle Poste e Telegrafi, che fu utilizzato prima dai tedeschi e poi dagli americani come centrale di comunicazione, quindi arrivate a Viale Europa. Dedicate un po’ di tempo al piacevole passeggio nell’unica via dell’Eur veramente meritevole per lo shopping, dai negozi di abbigliamento elegante e casual alle gioiellerie, e se avete un po’ di appetito avete anche diverse alternative alimentari per uno spuntino (io vi consiglio l’ottima pizza bianca del Gianfornaio). Sullo sfondo di Viale Europa, in posizione scenografica in cima ad una scalinata, nel punto più alto dell’Eur, riconoscibile con la sua grande cupola chiara come punto di riferimento da luoghi anche lontani, è la Basilica parrocchiale di S.Pietro e Paolo, tra tanti monumenti civili interessante edificio religioso di epoca fascista; è interessante da visitare anche al suo interno, per i suoi bei mosaici moderni. Spalle alla basilica, da Viale Europa prendete una delle traverse sulla destra, sbucherete sulle sponde del Laghetto dell’ Eur, circondato dalla Passeggiata del Giappone, un piacevole prato alberato di ciliegi donati dal Giappone(qualche fanatico celebra la fioritura dei ciliegi venendo ad ammirarli in kimono), con vialetti dove passeggiare particolarmente belli in primavera, tanto da essere luogo di pic-nic per i romani e diversi giochi per bambini, spesso teatro delle esibizioni di artisti di strada e a volte di mercatini di bancarelle temporanee. Il laghetto dell’Eur, bacino artificiale piuttosto grande e profondo, doveva contenere anche un acquario, ma non si sono mai trovate le risorse per completare il progetto, anche se nel 2011 si sono iniziati i lavori senza vederne la fine, e così continua ad essere piacevolmente usato dai canottieri; esiste una scuola di canoa che ha anche una squadra di dragonboat. Sui due lati corti del laghetto sono la torre dell’ENI e il palazzo dell’Unicredit. Sul lato largo del laghetto che dà verso fuori Roma c’è la storica gelateria Giolitti, che merita una pausa gelato, e nei giorni infrasettimanali anche una pausa pranzo con un ricco buffet molto economico (costo raddoppiato nei week-end). Oltre il laghetto su una collinetta, preceduto da una cascatella e diversi giochi d’acqua si trova il Palazzo dello Sport, di Nervi e Piacentini, oggi chiamato Palalottomatica dopo il restauro sponsorizzato, dove si svolgono tante manifestazioni sportive ma anche concerti ed eventi vari. Se è l’ora di pranzo, volendo proseguire sulla Colombo si può arrivare al cosiddetto Fungo, una torre piezometrica in cemento armato ancora funzionante per approvvigionare di acqua l’Eur, sulla cui cima è un buon ristorante molto panoramico su tutto il quartiere. Riprendete la Cristoforo Colombo all’indietro, verso il centro. Vorrei farvi notare gli alti splendidi pini marittimi che contornano questo tratto della Colombo, così come quello che dal laghetto va in direzione del mare. Sono quegli alberi che da sempre hanno caratterizzato il paesaggio della campagna romana, accarezzato le rovine dell’Appia Antica, e che qui si sposano squisitamente con la moderna solenne classicità dell’Eur. Quasi subito dopo il laghetto troverete il palazzo della Nuvola di Fuxas, il “Roma Convention Center”, la più recente opera architettonica di Roma, inagurata nel 2016, un palazzo di vetro trasparente e acciaio di grande effetto in cui è una installazione bianca dalle forme movimentate che funge da auditorium per i convegni e assomiglia molto vagamente ad una nuvola; è suggestiva soprattutto di notte, con l’illuminazione che fa risaltare la parte bianca. Andando avanti arriviamo a Piazzale Marconi, al cui centro si trova un obelisco di marmo che sembra di epoca fascista e invece è del 1959, con 92 pannelli scolpiti di marmo di Carrara, dedicato a Guglielmo Marconi. Sul lato destro della piazza c’è tutto il complesso museale dell’Eur: in sequenza il Museo Nazionale dell’Alto Medio Evo, il Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico “Pigorini”, il Museo delle Tradizioni Popolari. Vi sarebbe anche l’interessantissimo Museo della Civilità Romana, ma è chiuso ormai dal 2014 per riqualificazione ed è un vero peccato. Il complesso dei musei è da ammirare architettonicamente dal di fuori ma sono tutti così interessanti e particolari, anche quelli poco noti, che vale la pena dedicare loro il pomeriggio; se siete con i bambini scegliete sicuramente il Museo Pigorini (la prestoria ha un fascino particolare e vi sono sale dedicate ad una sintetica panoramica di tutti i continenti che sono molto istruttive per i piccoli). Per gli adulti invece suggerirei il Museo Nazionale dell’Alto medio Evo; è un po’ di nicchia ma racchiude reperti molto interessanti: quelli tardo antichi, due Necropoli longobarde che contengono oggetti di uso quotidiano maschile e femminile che danno uno spaccato di vita molto completo, rilievi altomedievali, tessuti copti, la bellissima ricostruzione della Domus di Porta Marina ad Ostia, unico esempio esistente di opus sectile. Il Museo delle tradizioni popolari invece racchiude soprattutto oggetti legati agli antichi mestieri e alla vita delle campagne non solo laziali ma di diverse parti d’Italia, come era un tempo. Proseguendo sulla Colombo fino al punto di partenza dell’itinerario, pronti a riprendere il bus verso il centro, incrociando a sinistra Viale della Civilità del Lavoro, sullo sfondo potete ammirare la facciata del Palazzo dei Congressi, che dopo la chiusura della vecchia fiera di Roma e anche a causa della poco felice collocazione della nuova grande fiera, è da diversi anni ottimale location per tanti importanti eventi fieristici della Capitale. Se siete venuti qui all’Eur con i bimbi non andatevene, fateli felici trascorrendo una serata all’appena rinato Luneur, il lunapark storico di Roma. Un tempo era la meta domenicale preferita da tanti piccoli ma anche da tanti giovani, che apprezzavano le attrazioni sempre più da brivido che affiancavano i classici baracconi da parco dei divertimenti, all’ombra della ruota panoramica, sorella povera di quella del Prater ma molto amata dai romani; ma in mezzo a tanta confusione iniziò ad arrivare anche la delinquenza, lo spaccio, le famiglie si allontanarono e il lunapark lentamente decadde fino a rimanere chiuso per lunghi anni, le sue strutture arrugginite visibili dalla strada davano un senso di grande tristezza, fino a quando fu fatto un radicale restyling: il parco, aperto alla fine del 2016, è stato completamente rinnovato nelle attrazioni, tutte dedicate ai bambini di diverse età, affiancate da laboratori ed eventi tematici (molto carino è stato il villaggio natalizio), ed è stato reso accessibile, come alcuni grandi parchi europei (di cui però non è all’altezza) solo con biglietto di ingresso e braccialetto a punti da consumare nei giochi; l’età ideale secondo me è dai 4 ai 10 anni. Per gli adulti non c’è particolare attrattiva se non la gioia dei bimbi ed i banchetti di ottimo street food regionale che si alternano nelle varie settimane. Se siete stati al Luneur, tornando sulla Colombo alla sera potete godervi un’ultima suggestiva vista delle prospettive e degli scorci dei bianchi edifici dell’Eur nelle vie semideserte, esaltati dalla soffusa illuminazione notturna, che dona al quartiere l’aspetto metafisico dei quadri di De Chirico. Navigatori, poeti ed eroi della vita quotidiana torneranno domani a riempire le strade e i tanti uffici dell’Eur.
Ammetto che nei miei “anni romanI” l Eur non l’ho esplorato molto! Ma sicuramente rimedierò!
🙂