I Giardini Vaticani (una passeggiata all’estero)

Quanti romani conoscono i giardini vaticani? Scommetto pochissimi. Ma se qualcuno avesse voglia di passare una bella giornata all’estero in questo periodo di restrizioni di movimento,  li consiglio vivamente. I giardini vaticani infatti sono parte del territorio del piccolissimo Stato della Città del Vaticano, e sono da secoli luogo di residenza e ristoro per i papi, che solo recentemente ne hanno aperto la possibilità di visita ai non cittadini vaticani.

La visita è a numero chiueso e deve essere rigorosamente guidata, per motivi di sicurezza: in quel territorio vivono ben due papi, sebbene sia edtremamente improbabile incontrarli.  I biglietti si acquistano comodamente sul sito ufficiale del Vaticano e insieme alla passeggiata guidata che vi impegnerà una mattina, danno diritto anche alla visita ai Musei Vaticani e alla Cappella Sistina, peraltro attualmente unici musei aperti durante il week end proprio perchè non sono territorio italiano.

L’area che i giardini vaticani ricoprono è una collina di 23 ettari, pari a circa 2/3 della superficie dello Stato della Città del Vaticano, i cui dislivelli sono stati sapientemente sfruttati con terrazzamenti e  divisioni in zone diversamente allestite, che li rendono un luogo estremamente vario e piacevole. Nell’area verde vi sono 3 ettari di bosco, giardini con molti alberi di specie provenienti da tutto il mondo, diversi edifici del piccolo Stato, due torri medievali (la torre della Radio e la torre Gregoriana), tratti di mura, reperti archeologici disseminati tra il verde, fontane, icone mariane,  ingombranti regali ricevuti dal papa e collocati qui, nell’unico posto possibile, e perfino un eliporto. Vi lavorano costantemente 36 giardinieri.

La prima area verde sul colle vaticano è collocata dentro all mura leonine, erette a metà dell’800 da Leone IV per difendere la basilica di San Pietro dagli attacchi dei saracenti che l’aveano già saccheggiata una volta, facile bersaglio perchè il vaticano non era compreso nelle mura aureliane.

Niccolò III fece erigere i nel 1279 il primo palazzo in Vaticano per poi spostarci la sua residenza dal Laterano, e contemporaneamente fu posto il primo  nucleo dei giardini, che era costituito da un giardino vero e proprio ma anche da un frutteto e un orto. Era una piccola zona, situata dove oggi sono i cortili dei musei vaticani e il Palazzo del Belvedere.

Il massimo sviluppo dei giardini fu però nel 1500 e 1600, l’epoca dello splendore dell’arte rinascimentale e barocca e del mecenatismo dei papi, quando vi si esercitarono anche grandi architetti come il Bramante, e il gusto artistico prese il sopravvento rispetto alle necessità di garantire il mero approvvigionamento di prodotti della terra.

La parte esterna alla cinta muraria è detta la “Vignaccia”. Qui i papi avevano infatti le loro vigne per la produzione di un vino che non doveva essere particolarmente buono, così che era oggetto di vendita mentre i papi si approvvigionavano altrove di vino buono. Insieme alle vigne era anche una produzione orticola e di pollame, per i fabbisogni della curia. Esiste ancora una “torre del gallinaro” e Lucrezia Borgia narrava che affacciandosi alla finestra della sua dimora nei giardini vedeva le galline razzolare. Oggi non vi sono più orti, ma le suore che sono a servizio del Papa Emerito hanno ancora una piccola coltivazione di verdure escludivamente dedicata a lui (per evitare avvelenamenti da cibo introdotto da fonti non controllate).

giardini vaticani vignaccia

In questo tratto dei giardini che costeggia il lato esterno delle mura sono collocati curiosi, ingombranti regali, alcune sculture brutte ed incomprensibili, altri  oggetti di significato iconico, come un intero pezzo del Muro di Berlino regalato a  papa Giovanni Paolo II, che della caduta di quel muro fu artefice non secondario.

Una parte molto piacevole è costituita dai Giardini all’Inglese. Questi giardini di concezione ottocentesca hanno lo scopo di sorprendere il visitatore, di dare ad ogni angolo una prospettiva diversa, e quindi non sono ordinati geometricamente, ma hanno un andamento volutamente quasi casuale come lo è la natura, con sentieri che salgono curvando per la collina in un lecceto con un vasto sottobosco e fiori selvatici, tra cui in questo periodo tanti gialli narcisi, che presto saranno soppiantati da tulipani e poi da anemoni, intervallati qua e là da statue antiche e fontane.

Il sentiero principale che attraversa i Giardini all’Inglese è il viale delle zitelle, così chiamati dalla statua romana di una giovane donna, chissà perchè denominata  “zitella”. (che poi le altre statue del viale sono tutte maschili figure di imperatori).  Ci sono alcune fontane, tra cui quella delle aquile eseguita durante il pontificato di Papa Pio XI e alimentata dall’acqua della fontana delle cascatelle,  e quella del candelabro, ed i resti di un tempietto. Nel giardino inglese è collocata anche una pagoda metallica che è un gazebo aperto per ripararsi dal sole, regalo della Cina al Papa.

viale delle zitelle

Questi giardini sono stati molto amati dai papi del ‘900. Papa Leone XIII lasciò una grossa impronta nei giardini; lui, venuto dopo la presa di Roma non aveva più uno stato, non uscì mai dal Vaticano, considerandosi un prigioniero dello stato italiano; questo papa aveva fatto popolare i giardini di animali selvatici come  daini, gazzelle e caprioli, e perfino, da appassionato di arte venatoria, vi faceva piccola caccia; si narra che un giorno gli si sia parata improvvisamente davanti quasi a  travolgerlo una grossa gazzella, e quelli che stavano con lui gli chiesero se avesse avuto paura, ma il Papa rispose “come può un leone avere paura di una gazzella?”.

Ognuno la sua personalità. Papa Giovanni XXIII, il papa buono,  amava invece passeggiare rilassato e riposare nella pagoda, e democraticamente giocare a bocce con il giardiniere. Giovanni Paolo II, da sportivo percorreva i giardini di buona lena ogni giorno. Papa Ratzinger si fermava a meditare sulle panchine vicino alla grotta di Lourdes.

acqua paola

Nei giardini vaticani c’è la fontana dell’Aquilone, una falsa grotta con una  cascatella e una pozza d’acqua  sullo stile dei giochi d’acqua di villa d’Este, a cui è coeva,  costruita con una roccia calcarea molto porosa che le dà l’aspetto di una vera grotta, con  il drago e l’aquila simbolo dei  Borghese e tritoni e ninfe. L’acqua viene attraverso l’acquedotto traiano direttamente dal lago di Bracciano, è la stessa acqua Paola che riempie il fontanone del Gianicolo. Viene raccolta sotto ai giardini in grandi cisterne che servono a provvedere alle non banali necessità di irrigazione di una superficie verde così grande.

Una grande statua in bronzo di San Pietro benedicente o forse esorcizzante Roma, visto il periodaccio per i papi, posta lì dopo il Concilio Vaticano I, è molto scenografica con lo sfondo del Cupolone. E a proposito, munitevi di macchina fotografica, perchè vi sono degli scorci davvero unici,  specie quelli da cui si può vedere la cupola di San Pietro tutta intera, da una posizione sopraelevata  e non  coperta parzialmente dal colonnato.

 

Dai giardini si possono osservare anche tutti i palazzi del Vaticano, dal solenne edificio del Governatorato, al Collegio degli Abissini (quella etiope è una delle Chiese cristiane più antiche),  alla stazione della radio (dove si trova solo la parte amministrativa, essendo ormai i ripetitori tutti a Ponte Galeria),  alla palazzina dove vive il Papa Emerito, accudito da suore di clausura che cambiano ogni 5 anni (attialmente vi sono le suore visitazioniste), alla ex Specola vaticana (importante ossrevatorio astronomico oggi trasferito a Castelgandolfo per via dell’inquinamento luminoso), al negozio dove i cittadini vaticani possono fare ottimi acquisti di generi alimentari di qualità e di articoli di elettronica, abbigliamento e accessori di lusso di grandi marche, alla piccola ma funzionante stazione ferroviaria da cui partono treni per Castel Gandolfo, all’Accademia delle Scienze.

riproduzione grotta Lourdess

 

Nel cuore dei giardini si trova la ricostruzione della grotta di Lourdes, costruzione del 1871, con l’altare originale regalato al papa dopo il suo pellegrinaggio a Lourdes, e una riproduzione della famosa statua della Madonna apparsa all’indomani della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione. Un tempo fa questa grotta era sormontata da una guglia neogotica molto kttch, rimossa per problemi di tenuta statica.

panchina ceramica vietri stemma papa

Davanti alla grotta si estende un vasto piazzale oltre il quale inizia un viale circondato da tutte le specie di piante citate nella Bibbia, quali ad esempio il melograno, l’olivo, la vite, il cipresso, l’alloro, il carrubo,  il mirto, il papiro, il cedro del Libano, ciascuna con la spiegazione del suo valore simbolico su  targhe di ceramica di Vietri, così come di ceramica di Vietri sono le panchine ed una bella immagine della Madonna che chiude il viale. Sulle panchine è dipinto lo stemma di papa Ratzinger, con l’orso e il re moro simboli della sua Baviera, e la conchiglia del pellegrino, propria dell’ordine degli agostiniani da cui proviene.

magnolia stellata

Oltre a questa piccola collezione delle piante citate nella Bibbia, vi sono però tante altri alberi molto belli, tra cui le numerose specie di palme, dalle chicas insolitamente cresciute a quelle di alto fusto, portate qui dall’Africa nella prima metà del ‘900  quando divennero molto di moda. Ci sono delle magnolie italiane e anche quelle giapponesi stellate senza foglie e tutte ricoperte di grandi magnifici fiori rosa, ci sono imponenti pini e cedri e un  piccolo curato roseto, che naturalmente in questa stagione non si può ancora apprezzare a pieno. C’è un viale con gli ulivi regalati dagli israeliani e quelli pugliesi (più belli e di aetà superiore ai 1000 anni). Ci sono due pini che hanno circa 800 anni, 20 ciliegi giapponesi, sequoie americane, un pino nero e un tiglio della Slovacchia, un faggio sloveno e tanti altri.

Tutti questi alberi sono un vero paradiso per gli uccelli che li popolano indisturbati, merli, pappagallini verdi rumorosissimi, e anche specie rare come upupa e picchio. Tra i mammiferi pare che si stiano riproducendo le volpi, e possono trovarsi ricci, qualche scoiattolo, e numerosi gatti (amatissimi dal papa emerito).

giardino all'italiana

Il giardino all’italiana è, al contrario di quello inglese,  perfettamente ordinato, con siepi geometriche  tra cui quelle che tracciano lo stemma di papa Ratzinger, e visto dall’alto è uno splendido colpo d’occhio. C’è anche un giardino alla francese, di struttura simile a quella del giardino italiano, ma più barocco con le sue fontane e statue.

madonna con proiettile papa

I papi hanno sempre avuto una forte devozione per la Madonna e qui nei giardini vaticani ci sono molte immagini mariane, specialmente riproduzioni delle famose statue e icone presenti nei santuari mariani nel mondo, dalla statua che rappresenta il miracolo dell’impressione sul mantello dell’indios Juon Diego dell’immagine della Madonna di Guadalupe, alla copia della Madonna di Loreto, a quella della Madonna del Buon Consiglio. C’è poi anche una statua di una Madonna di metallo molto particolare, ispirata alle apparizioni della Madonna di Fatima, nella quale è stata fusa la pallottola sparata da Alì Agcà che ferì papa Giovanni Paolo II il 13 maggio del 1981. Di quella drammatica giornata si può vedere anche, nel museo delle carrozze, il filmato proiettato sullo sfondo della papa mobile allora non ancora blindata su cui il papa si accasciò.

casina di Pio IV

La visita dei giardini vaticani comprende anche  la Casina  di Pio IV,  uno dei più antichi edifici che vi si trovano ad oggi, voluta da Paolo IV come luogo di riposo dalla calura estiva. Fu in realtà iniziata da Paolo IV (1555-1559) e fu poi completata dal suo successore Pio IV che se ne è preso il merito lasciandole il suo nome.  È un bellissimo gioiello manierista rinascimentale, su progeteto di  Pirro Ligorio; si tratta di due edifici contrapposti frontalmente, di cui il più grande  oggi è sede delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali.

casina di pio IV

Vi si accede attraverso un tunnel di piante che danno ristoro nelle calde estati romane. Nella casina vera e propria al piano rialzato  c’è un loggiato aperto  e solo un piccolo locale è chiuso e dedicato al riposo,  sulla superficie esterna sono stati utilizzati i materiali più vari, dai sassolini alle conchiglie;  vi sono dipinti, mosaici pavimenetali , rilievi e stucchi, statue antiche e moderne, ma tanta diversità è molto bene armonizzata; sul davanti c’è una fontana con laghetto che ospita tante tartarughe acquatiche.

E’ interessante anche l’ampliamento dell’Accademia delle Scienze voluto dal papa nel 1931 e affidato all’architetto Giuseppe Momo, che è riuscito  perfettamente ad adattarsi  agli edifici preesistenti e  riprodurre lo stile neoclassico.

momo ampliamento accademia scienze

Chiude idealmente i giardini vaticani il Palazzo del Belvedere, con il suo cortile. Questo capolavoro fu realizzato da Giulio II su progetto del Bramante ed è oggi occupato dai Musei Vaticani. Dopo esservi immersi  con la visita dei giardini nel capriccio umano applicato alla natura, entrando nel Palazzo del Belvedere potete dedicarvi ora alla scoperta dell’enorme patrimonio artistico custodito in questi musei.

Vi rimarrà solo il pomeriggio, e quindi dovrete selezionare, così vi consiglierei di dirigervi solo verso il Cortile della Pigna, per ammirare la grande statuaria romana, e poi la collezione egizia ed etrusca, le stanze di Raffaello e poi la Cappella Sistina. Il complesso  richiederebbe almeno due giorni, perchè vi sono 19 diversi musei uno più interessante dell’altro. Dunque vi lancio una proposta: abbinare l’altra metà della visita al tour della Necropoli Triumphalis, altro interessantissimo itinerario archeologico offerto al pubblico dal Vaticano.

palazzo belvedere

 

 

 

 

 

 

 

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