Il nome di Malacca (in malese Melaka) evoca l’ avventura, la suggestione degli imperi coloniali e dei traffici commerciali che passavano dal porto dell’omonimo stretto, strategico punto di contatto tra culture diverse, su cui questa città domina.
Prima portoghese, poi olandese, quindi inglese, recuperata alla madrepatria malese, e ancora colonizzata culturalmente da indiani e cinesi, multireligiosa terra dove convivono musulmani, induisti e comunità cristiane risalenti ai tempi della predicazione di Francesco Saverio.
Come in tutti i luoghi multietnici e cosmopoliti, Malacca, città il cui centro storico coloniale è patrimonio del’umanità UNESCO, è vivace e a volte strampalata, originalissima nella sua architettura e nelle sue tradizioni, e presenta caratteri decisamente inaspettati rispetto al resto della Malesia.
Malacca si può visitare in una giornata da Kuala Lumpur, arrivando con la macchina per poter girare meglio nei dintorni, e fermandosi una notte si può dedicare la seconda giornata alla cucina e allo shopping senza fretta.
Dutch Square, la rossa
Il luogo più instagrammato di Malacca è la Dutch Square, o Red Square, o Town Square, il punto centrale da cui iniziare qualsiasi esplorazione.
Town Square è un’affollata piazza su cui si affacciano i principali edifici di epoca coloniale, civili e religiosi, tutti in un caratteristico color rosso salmone, tra cui in particolare la Christ Church , la torre dell’orologio Tan Beng Swee, le tombe olandesi, la fontana della regina Vittoria e lo Stadthuys.
La Christh Church è una chiesa protesante risalente al 1753, dentro come tutte le chiese protestanti è piuttosto spoglia dietro la sua accattivante facciata rossa.
Sono però da scoprire le lapidi olandesi, armene e inglesi con interessanti iscrizioni che narrano come in un’antologia di Spoon River di vite avventurose, malinconia della lontananza dalla madrepatria, successi e dolori dei colonizzatori di Malacca.
Belli anche il soffitto con le sue travi di legno fatte con i tronchi di singoli alberi, e il pavimento a blocchi di granito. Sono ancora conservati i registri parrocchiali dell’epoca coloniale, con tante informazioni interessanti su quel mondo.
Lo Stadhuys (municipio in olandese) è ancora più antico, risale al 1650 ed era originariamente il palazzo dei governatori olandesi, anch’esso tutto rosso. Davanti al municipio è stata collocata l’installazione con la scritta (rossa) I love Melaka, dove ogni turista sente l’ obbligo di scattarsi un selfie.
I risciò più kitch del mondo
Oltre ai negozi di souvenir di tutti i tipi a rendere vivacissima la piazza contribuiscono non poco i numerosi risciò.
Questi tricicli a pedale che portano due/tre turisti sono la cosa più kitch che abbia mai visto, in colori sgargianti conspecchietti e decorazioni dorate e argentate, fiori finti e pupazzi di stoffa di Hello Kitty, Pokemon, Frozen, supereroi vari, Doraemon.
Vanno in giro veloci sfidando la fortuna dei passanti e diffondendo musica a volume assordante. In compenso non costano molto, circa 15 euro per un giro di un’ora per due persone. Contrattate prima il prezzo per evitare sorprese.
A’ Famosa, fortezza portoghese di Malacca
Un luogo storico e meta di pellegrinaggio è la collina di Saint Paul, che è la sommità dell’antica fortezza portoghese A’ Famosa
Della fortezza non è rimasto molto se non tratti di mura e la Porta de Santiago con lo stemma portoghese, intatta, alla base della collina.
Vicino alla porta de Santiago troviamo altri luoghi storici di Malacca, come il Palazzo del Sultano, un bell’edificio ricostruito fedelmente come era un tempo, che ospita un museo in cui sono degni di nota soprattutto alcuni grandi plastici.
Salendo un po’ di scalini si arriva fin sulla collina, da cui si gode di un bel panorama sul centro di Malacca fino al mare.
la collina di Saint Paul e San Francesco Saverio
Dominano la collina le rovine della chiesa di Sain Paul, un tempo centro del culto cattolico dei portoghesi, poi passata al culto protestante degli olandesi ed infine usata dagli inglesi come deposito di munizioni, ormai sconsacrata e scoperchiata, avvolta da una rigogliosa vegetazione che la circonda, ma che conserva un fascino particolare.
Lungo il perimetro e al’interno della chiesa troviamo le tombe olandesi, risalenti al periodo in cui l’Olanda strappò ai portoghesi il dominio di Malacca.
Sul pavimento della chiesa, una grata di ferro è posta a delimitare il punto dove si trovava la prima tomba di San Francesco Saverio, il grande santo missionario che a Malacca aveva a lungo operato,
Il suo corpo, nonostante le traversie affrontate (era morto in viaggio di evangelizzazione in Cina e lì sepolto), fu al momento della traslazione a Goa trovato ancora incorrotto.
Per studiare questo miracolo ed esporre la reliquia, il braccio destro del corpo di San Francesco Saverio venne tagliato e in quel preciso istante scoppiò un uragano che sconvolse Malacca.
Ma gli eventi prodigiosi non finiscono qui: nel 1959 fu posta davanti alla chiesa una statua del Santo, e il giorno dopo l’ inaugurazione un grande albero cadde sulla statua e mozzò proprio quello stesso braccio destro, che non fu più riattaccato. Così ancora oggi possiamo vedere la statua con braccio tagliato di netto, che sembra costruita appositamente per ricordare l’evento storico che vi ho raccontato.
Lungo il fiume
Il fiume di Malacca, che collega la città al mare, è stato in epoca coloniale il fulcro del commercio, e lungo le sue sponde sono sorti importanti magazzini di merci e abitazioni in tutti gli stili, portoghesi, olandesi, cinesi.
Ancora oggi, facendo un giro dal centro di Malacca sino al mare con una delle imbarcazioni fluviali che costituiscono un’attrazione turistica di Malacca, si possono ammirare molti begli edifici ristrutturati, ponti storici, zone di vegetazione di mangrovie, e si possono perfino incontrare grossi rettili, specie lucertole di mare, molto impaurite dall’uomo a dispetto della loro pericolosa stazza.
Un abitante di Malaca ci ha fermato per raccontare di come il fiume un tempo fosse di un azzurro limpido e che durante la pandemia del Covid fosse tornato del suo colore originale; purtroppo oggi il colore che ho potuto vedere è di nuovo limaccioso, forse complice anche una giornata un po’ uggiosa.
Vi consiglio una passeggiata lungo le banchine del fiume nella zona centrale di Malacca, dove sorgono diversi caffè, negozi e ristorantini, e dove si pososno ammirare diversi murales, non straordinari ma coloratissimi e allegri. Su molti edifici di Malacca del resto troverete interessanti opere di street art.
Chinatown
Impossibile visitare Malacca senza perdersi nella sua confusionaria Chinatown, a cui bisogna dedicare almeno qualche ora, possibilmente a cavallo del momento del pranzo.
La strada più importante della Chinatown di Malacca è Jonker Street, su cui si affacciano tipiche casette cinesi con le loro scritte colorate decorazioni di draghi, lanterne, e chi più ne ha più ne metta, che ospitano negozietti di antiquariato, botteghe artigianato, ristoranti e venditori di street food, un tripudio di curiosità tutte da scoprire.
Jonker street è sempre affollata durante tutto il giorno, e di sera si colora di mille luci e diventa il centro della vita notturna.
Altri punti di cultura cinese da scoprire che vi suggerisco sono Jl Tun Tan Cheng Lock, una stradina piccola ma affascinante con molte case parankan, e con contaminazioni ettiche varie.
La prelibata cucina di Malacca
Vi ho suggerito di fermarvi a Chinatown per pranzo perchè potrete divertirvi ad assaggiare ottimo cibo di strada che troverete solo qui, e soprattutto potrete assaporare i diversi piatti della cucina malacca che è famosa in tutta l’Asia, in quanto presenta tratti molto originali che nascono dall’incontro di culture assai diverse.
I piatti tipici sono quelli della cucina perankan o nonya. “Peranakan” vuol dire “nati qui”, ed è il nome che individua i cinesi nativi di Malacca, che hanno contaminato i piatti della cucina cinese con l’abbondanza di spezie della cucina asiatica (peperoncino, citronella, curcuma, coriandolo, cumino).
“Nonya” è il nome delle donne di ceppo misto malese-cinese, e la cucina nonya indica la medesima contaminazione di culture culinarie.
Dalla Cina viene il maiale, dalla Malesia i gambreretti, che sono due alimenti alla base dei piatti paranakan. Il piatto più famoso è la laksa, spaghettini sottili orientali in una zuppa a base di latte di cocco spesso piccante.
Potrete inoltre gustare il pesce freschissimo cucinato in maniera molto sana nelle foglie di banana, e accompagnato dal succo di cocco fresco che si beve direttamente con una cannuccia dalla noce di cocco tagliata al momento.
Ci sono i putu pring, dei curiosi dolcetti di riso e cocco preparati con una elaborata procedura coperti da piccole coppe metalliche che vengono cambiate come il gioco dei bussolotti, che ne assicurano cottura uniforme. Per comprarli c’è una lunga fila ma ne vale la pena!
Ma se amate di più i dolci portoghesi troverete persino i Pastel de Nata tipici di Lisbona, così come potrete trovare piatti tipici portoghesi a base di riso e pesce ma asiaticizzati con uso di molto peperoncino.
Harmony Street e Malacca multietnica
Quell’atmosfera multiculturale che avrete assaggiato nella cucina di Malacca la ritroverete tra le strade della città, in particolare in Harmony Street (Jl Tokong).
Nome più azzeccato non potrebbe esserci, perchè in perfetta armonia qui convivono il tempio induista Sri Poyyatha Vinayagar Moorthi Temple, la moschea Masjid Kampung Kling, il tempio buddista cinese Cheng Hoon Teng e diversi altri santuari cinesi.
il Cheng Hoon Teng Temple è il più antico tempio cinese in Malesia, costruito con materiali importati dalla madrepatria cinese; sono suggestive le sue belle sculture di legno e le pareti sono decorate in rosso e oro. Come tutti i templi cinesi regna un’allegra confuzione, tra offerte ed incensi che profumano l’aria.
La Moschea Fluttuante di Malacca
Seguendo il fiume mi sono diretta verso il mare, dove c’è un quartiere residenziale marino che sta sorgendo, che ospita una moschea moderna molto bella, la Moschea Fluttuante. costruita su pilastri come una palafitta sulle acque.
I suoi riflessi nel mare al tramonto meritano la visita, e con l’alta marea si cammina ssulle terrazze che circondano l’edificio a pelo d’acqua e sembra di camminare proprio sull’acqua.
Lungo la strada per arrivare al mare c’è anche la rproduzione di un galeone, il Flor del Mar, che si può visitare, vicino al museo marittimo (Museo Samudera), interessante da visitare perchè con i suoi oggetti e documenti riporta agli anni d’oro in cui il nome di Malacca correva per i mari.
Per maggiori informazioni su Malacca vi consiglio di visitare il sito ufficiale della città.