Quella che vi voglio raccontare è una bella favola, che sembra uscita dalle Mille e Una Notte, come Aladin il cui film è stato girato nel deserto dell’ Oman, ma questa è una favola felicemente vera.
I frutti del buongoverno del Sultano papà
Nel 1970 in Oman esisteva un solo ospedale, tre scuole e poco più di 20 km di malandata strada asfaltata. Gli omaniti erano il popolo più arretrato e povero del Medio Oriente, ed emigravano nei Paesi circostanti per sopravvivere, soprattutto in Yemen dove era loro riservato il mestiere di spazzini.
Il sultano, che pure aveva studiato in Inghilterra, aveva una mentalità antiquata, non si spendeva minimamente per lo sviluppo del suo popolo, non sfruttava le risorse che si nascondevano nel sottosuolo del Paese, non accettava consigli da nessuno, nemmeno dal suo figlio che era stato messo in galera per aver cercato di spingere il padre a cambiare passo.
Un gruppo di giovani preparò un attentato al sultano, che fu ferito gravemente ed andò in Inghilterra a curarsi; gli attentatori si scusarono per l’accaduto, promettendo che la volta successiva non avrebbero sbagliato il colpo.
Il figlio trentaduenne del sultano, Qaboos bin Said al-Said, appoggiato anche dalla madre, fece un colpo di stato, assunse il titolo di sultano e proclamò al suo popolo che li avrebbe resi ricchi e onorati nel mondo. Prese la sua macchina, che guidava personalmente senza autista perchè diceva di non voler essere servito ma di voler servire il suo popolo, ed iniziò a girare casa per casa distribuendo soldi del suo immenso patrimono.
Iniziò lo sfruttamento del petrolio e la costruizione di infrastrutture, ospedali, scuole ed università, strade, una rete commerciale moderna accompagnata da ottimi rapporti con tutti gli stati del mondo, grazie ad una politica di neutralità e moderazione.
Un giorno, entrando in una casa per portare dei soldi in regalo, una donna scoppiò in lacrime di gioia, perchè era arrivato in tempo per evitare lo sfratto della sua numerosa famiglia che non riusciva più a pagare l’affitto; il sultano si commosse e decise che nessun omanita doveva resare senza una casa di proprietà; così al compimento del 18mo anno tutti gli omaniti che lo richiedono ricevono in dono 600 mq di terreno in proprietà e aiuti economici per edificare la propria casa.
Si presenta il progetto della villa e si costruisce, spesso prendendo un mutuo di lunga durata (per ii dipendenti statali che sono la maggioranza il mutuo è facilissimo, ma anche gli altri non hanno problemi con l’atto di proprietà del terreno), ma dopo 5-7 anni di solito un decreto del sultano abbuona le rate successive e lo stato si accolla il debito. Nelle zone commerciali i palazzi dopo 40 anni vanno abbattuti e ricostruiti entro 3 anni, perchè il decoro della città sia sempre al massimo e non vi siano abitazioni decrepite.
Il sultano che ebbe la capacità di non arrendersi alla realtà e di sognare un Oman nuovo era sempre preoccupato di non essere all’altezza delle aspettative che aveva crato, eppure riusì a trasformare i suoi visionari progetti in realtà. In Oman tutti hanno lavoro e ricchezza, gli omaniti sono rispettati e apprezzati in tutto il mondo, ma mantengono uno stile di vita sano, perchè il sultano Qaboos ha voluto che tutti continuassero a lavorare e non vivessero di speculazione finanziaria, ha voluto che rimanessero saldi nella tradizioni e non diventassero come negli Emirati Arabi Uniti una copia dell’esagerazione americana volta all’ostentazione della potenza economica.
In Oman praticamente il 100% della popolazione è islamica, ma non c’è alcun astio verso le altre religioni, anzi nelle scuole coraniche, come il sultano le ha indirizzate, il Corano è letto nella sua interpretazione più alta e spirituale, e fortissimo è il senso di affidamento ad Allah come Dio di misericordia che provvede e dona.
La nostra straordinaria guida di Salalah ci ha fatto un discorso molto intenso nella moschea, che ci ha aiutato a capire meglio la spiritualità omanita. Ciascuno di noi è unico, diceva, perchè Allah ha voluto per noi il meglio, siamo al concepimento i vincitori di una corsa di 10 milioni di potenziali esseri viventi, e quindi dobbiamo accettarci e amarci e per questo accettare e accogliere gli altri. Se si vuole il rispetto, bisogna portarlo agli altri: una legge prevede un mese di carcere per chi parla male delle altre religioni (chiesa, sinagoga e tempio buddista sono sostenuti a spese dello stato) o di altre appartenenze etniche, addirittura è vietato commentare con disprezzo l’abbigliamento di una persona. Così si arriva alla pace sociale, perchè gli omaniti sentono protetti dal patto sociale il corpo la mente e l’anima. Il rispetto fa parte della formazione omanita, e si raddoppia quando si tratta di una donna (non si verrà mai importunati per strada come avviene in altri paesi), di un vecchio o di un bambino,
La natura è curata e protetta, la caccia alle creature selvatiche è reato punito severamente. Ciascuno può liberamente portare armi (il tipico pugnale omanita è spesso alla cintura degli uomini come ornamento tradizionali) e andare a sparare in luoghi deserti previsti ad hoc, ma nonostante questo il livello di criminalità è 0,001, praticamente inesistente. Se si lascia una macchina aperta con beni in evidenza dentro nessuno nemmeno si avvicinerà (e io ho involontariamente provato lasciando in un bar la borsa e ritrovandola intonsa).
In giro ci sono tanti orgogliosi papà con i loro bambini e soprattutto bambine, le portano a cavalluccio, cambiano loro il pennolino, giocano senza alcun imbrarazzo. Sembra regnare una buona armonia familiare e uomini e donne sono sorridenti e decisamente felici.
Ora i lavori umili sono fatti dagli stranieri, per altro decorosamente retribuiti. Gli spazzini passano per le strade in continuazione con una pinza per raccogliere e buttare i rifiuti (buttati solo dagli stranieri turisti) e dopo essere stati nel bagno pubblico una signora ripulisce, lava e profuma tutto. Proprio come in Italia.
Quando nel 2020 il sultano è morto senza figli (era sterile e non potè averne) tutti iniziarono a chiamarlo papà sultano, e continuano ancora oggi a pregare quotidianamente in moschea per lui, che è stato effettivamente un grande padre che ha cambiato le sorti di una nazione che oggi è bellissima, rispettata, ricca, e profondamente sana nei principi.
Il sultano pensò anche al futuro. La successione doveva avvenire in ambito familiare, il sultano diede 72 ore di tempo alla famiglia per scegliere il successore, dopo di che lasciò due buste uguali col nome del successore, una Muscat e una a Salalah; dopo 10 minuti i familiari avevano scelto di aprire la busta, tanto la scelta del sultano era ritenuta la migliore.
E difatti il sultano aveva scelto un suo cugino, 65enne, che egli stesso aveva cresciuto nella sua scia, rendendolo responsabile dei progetti di sviluppo del Paese per il prossimo futuro. Il governo del nuovo sultano sta andando infatti avanti bene in piena continuità. Nella foto a sinistra il nuovo sultano, e a destra il sultano Qaboos.
Le bellezze naturali dell’Oman e l’opera dell’uomo
E bello vivere in un Paese così ed è bello visitarlo da turisti, la serenità ti si attacca addosso e la bellezza dei luoghi ti fa sentire in paradiso. La lungimiranza del sultano è riuscita a trasformare l’Oman in una meta turistica da favola, ospitale e ricca di attrazioni, ma attenta al mantenimento della sua profonda e antica cultura,
La natura è stata molto generosa con l’Oman, donandogli uno splendido mare con barriera corallina, pesci colorati e tartarughe marine, wadi attraversati da corsi d’acqua limpida circondata da palmeti e frutteti, campi irrigati dai millenari falaji, montagne verdissime nella zona di Salalah ed altezze vertiginose nei picchi che superano i 3000 metri, gli alberi di prezioso incenso, i deserti incantati di alte dune rosse, e un sottosuolo ricco di petrolio.
Gli uomini hanno vissuto in questa terra fin dalla preistoria e vi sono insediamenti molto antichi, risalenti a 3000 anni aC, Numerosi sono i luoghi UNESCO: sia antichissimi centri abitati, sia imponenti castelli medioevali per presidiare il territorio, con una rete di torri difensive, sia carateristici paesi di sabbia e paglia compressi e di pietra, sia vivaci tradizionali mercati.
Infine cttà come Muscat o Nizwa ci riportano alla modernità ma ci ricordano che quest’ultima può convivere col rispetto delle tradizioni, e difatti gli edifici moderni sono innalzati mai troppo alti (ci sono norme che pongono un limite), in uno stile architettonico originale.
Dappertutto monumenti, strade larghe con immense rotonde (nell’ipotesi che la strada debba allargarsi ancora), fiori curati, e soprattutto tanto profumo.
La via dell’ incenso e i profumi dell’Oman
Gli omaniti adorano il profumo. Sarà qualcosa di atavico perchè l’Oman è il luogo dove nasce l’albero dell’incenso. Non i tanti pseudo-incensi (ne ho una piantina anche nel mio terrazzo) ma il Frankincenso, cioè l’incenso franco, vero, il preziosissimo elemento che nell’antichità era il dono dei re per i re. Ve ne parlerò nel post sul territorio di Salalah. La via dell’incenso fece nei secoli ricco l’Oman, che si estendeva su un territorio molto più vasto di quello attuale.
L’incenso è la componente principale di molti profumi omaniti, che hanno raggiunto livelli paragonabili con quelli francesi, Dai banchi dei suq ai centri commerciali di lusso, troverete ovunque una marea di diversi profumi per ogni gusto, in grandi ampolle da cui vengono versati nelle deliziose bottigliette lavorate di vetro colorato e decorazioni dorate, o in confezioni spettacolari che comprendono anche una serie di accessori. Troverete profumerie ricoperte da cielo terra da scintillanti bottigliette, e potrete provarne quante ne volete con infinita pazienza dei venditori.
E’ omanita il profumo più caro del mondo: l’ Amuage, originariamente commissionato dal sultano in onore della sposa e tenuto in esclusiva, una formula segretissima e molto riuscita in cui si mixano diversi sentori. oggi Amuage è diventato un marchio che commercializza diversi apprezzati profumi oltre a quello originario.
Spesso passando per strada sentirete deliziose scie di profumo provenienti da uomini e donne, che sono molto amanti non solo della pulizia assoluta ma anche di sofisticati profumi.
L’eleganza in bianco e nero
In Oman ho scoperto l’eleganza nella modestia del vestire.
Gli uomini portano tutti una tunica di cotone pesante di eccellente fattura, la dishdasha, bianco candido (solo raramente di altri colori neutri) e perfettamente stirato, con un’apertura davanti sul collo da cui pende un ciacciolo che spesso è impregnato di profumo. In testa una specie di papalina cilindrica di cotone con ricami a mano in colori pastello, la kumah.
A volte portano come elemento decorativo un sottile bastone ricurvo di origine pastorale con decorazioni d’argento, A volte specie per gli omaniti delle zone desertiche, invece della kumah c’è il mussar, un turbante fatto con il kashimir indiano, Nelle occasioni festive indossano una cintura con il classico pugnale ricurvo omanita in argento, il khangiar, di cui le guide sono attente a spiegare la differenza con quello yemenita. Il pugnale è un elemento così caratterizzante della cultura omanita che nella bandiera nazionale compaiono due spade incrociate con un khangiar.
Le donne, che un tempo portavao abiti lunghi e coloratissimi, che sono rimasti ancora nella tradizione delle popolazioni del deserto, portano oggi l’ abaya nera, una tunica fluente sino ai piedi, spesso molto raffinata in seta o con bordi di pizzo, da cui a volte si intravedono vestiti molto eleganti e ricamati che vengono sfoggiati nell’intimità familiare. Il trucco è sempre perfetto, le scarpe eleganti spesso coi tacchi a spillo, le borsette raffinate di marca.
Di marca? beh in realtà non ne sarei così sicura, l’Oman sembra il paradiso dei fake, venduti non sottobanco nei imercatini popolari come in Thailandia o Vietnam, ma esposti come se fosse la cosa più naturale del mondo nei negozi di lusso. Cari amici, guardare ma non toccare! Potrete soddisfare il desiderio di shopping con prodotti locali autentici, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Tornando all’abbigliamento è giusto evienziare che le donne qui portano il velo per tradizione e non per imposizione, tanto è che chi vuole non lo usa e certo non lo portano le turiste, che devono solo posare un foulard sul capo per rispetto quando si entra in moschea; per il resto è certo gradito un abbigliamento rispettoso sotto le ginocchia e con le spalle coperte, ma nessuno vi giudicherà per quello che mettete. Io per es. ho fatto il bagno nei wadi con il burkini che mi ero comprata, perchè credo sia giusto rispettare le tradizioni locali, ma ho visto altre turiste bagnarsi tranquillamente in bikini.
Un ornamento molto particolare è il dipinto sulle mani con l’hennè, che le donne portano in elaborate creazioni che a volte sono dei veri capolavori. Anche io e mia figlia no abbiamo resistito alla tentazione.
Cosa visitare in Oman
Non è un caso che i racconti dell’Oman abbiano tutti a che fare coi viaggi. Se l’80% del territorio è deserto, allora il nomadismo e l’esplorazione sono parte dello spirito del popolo omanita da sempre. I re magi, certamente saggi astronomi, partirono da qui seguendo la stella cometa, forse la videro risplendere nelle limpide notti del deserto Quarto Vuoto puntellate di migliaia di stelle, e portarono Incenso e Mirra i due preziosi doni della terra omanita. Quelle stesse stelle indicarono la meta ai viaggi di Simbad il Marinaio, altro illustre omanita, e scintillarono insieme al tesoro di Aladin sul suo tappeto volante.
Oggi i viaggi in Oman, accantonati asini e dromedari, sono in gran parte su fuoristrada di lusso, mentre in mare potenti imbarcazioni affiancano i tradizionali dhaw di legno, che però mantengono tutto il loro fascino.
L’Oman è diviso in 11 govenatorati ma sostanzialmente si può distinguere in quattro regioni molto diverse tra loro e tutte ricche di fascino.
Il sud è il governatorato di Dohfar, dove si trova Salalah, il luogo delle più belle spiagge bianche, dove andare per fare immersioni e snorkeling, giocare a rincorrersi con i delfini e nuotare con le tartarughe, ma anche per passare una notte sotto le stelle e scivolare leggeri tra le dune nel deserto del Quarto Vuoto. La zona di Salalah è un microclima particolare, dovuto alla presenza del mare e delle alte montagne che riparano il territorio alle sue spalle, con temperature invernali tra i 22 e i 27 gradi ed estati di clima mite caratterizzato da pioggerellina irlandese che rende le montagne verde smeraldo. Ci sono anche diverse zone archeologiche interessanti e tanti corsi d’acqua che soprattutto nella stagione delle piogge si riversano in deliziosi rinfrescanti cascate.
Il governatorato di al-Dakhiliyya nell’interno del Paese, è famoso per i suoi castelli, e non dite visto uno visti tutti, ogni costruzione ha una sua diversa anima, fiabesca, misteriosa, potente. Dai massicci forti di pietra ai castelli di sabbia, dove le stanze si inseguono caoticamente senza un apparente ordine e vanno scovate in un gioco di esplurazione, i castelli dell’Oman incantano. La sua città principale è Nizwa, “la perla dell’islam”, antica capitale dell’Oman, vivace e ricca di monumenti storici.
Accanto ad essa si possono visitare villaggi di fango ormai semiabbandonati e divenuti patrimonio Unesco da preservar, si può salire inoltre sugli alti monti arrivando sino alla Montagna del Sole con i suo 3009 metri, visitare il grand canyon omanita con il suo dirupo tra i monti.
Il governatorato della capitale Muscat si estende intorno a questa città tanto ricca di attrazioni e protesa su un mare altrettanto bello di quello del sud del Paese.
Il governatorato del Musandam comprende la penisola che si affaccia sullo stretto di Hormuz ed è in parte un enclave in territorio yemenita. E’ ancora un luogo da scoprire, sospeso tra medioevo e modernità.
Per viaggiare in Oman vi consiglio due settimane, una dedicata alla zona di Salalah e al relax marino e l’altra, dopo aver preso un areo interno per Muscat, in tour per il Paese. Questa è la durata ideale anche perchè sarete esonerati dal visto, ma qualora riusciste a rimanere di più non vi mancheranno le cose da vedere. Nel frattempo, partite con me alla scoperta delle cose più belle dell’Oman, seguendo i post che pubblicherò.
Salalah, la via dell’incenso, il Quarto Vuoto, i coralli viola
In Oman tra montagne, deserto e wadi
Complimenti per l’articolo!