L’ Abbazia di San Michele della Chiusa, conosciuta come la Sacra di San Michele, o Sagra di San Michele come la chiamano i locali, è uno straordinario santuario dedicato all’Arcangelo sulla cima del Monte Pirchiriano, che domina il verdissimo paesaggio della Val di Susa, nella zona dei laghi di Avigliana. E’ considerato un luogo simbolo del Piemonte, ed è stato di ispirazione ad Umberto Eco per i luoghi del Nome della Rosa.
La linea Michelita
La Sacra di San Michele è un luogo affascinante, avvolta da un manto di mistico mistero; è da sempre un luogo di pellegrinaggio che appartiene alla c.d. Linea Michelita: se consideriamo i principali luoghi di culto dell’Arcangelo Michele, dalla Piscina di Bethesda a Gerusalemme dove l’ Arcangelo guariva i malati, al santuario di Monte sant’Angelo in Puglia, passando appunto per la Sacra di San Michele, fino a Mont Saint Michel in Francia e all’isola di Skellig Michael in Irlanda dove è una roccia sacra all’Arcangelo, tutti questi luoghi legati all’Arcangelo Michele sono uniti da un linea retta, che rappresenta il taglio della spada del colpo inferto dall’Arcangelo Michele a Lucifero prima di sprofondarlo negli inferi; curiosamente i tre santuari distano esattamente 900 km l’uno dall’altro. E’ una linea trasversale che taglia l’Europa e sembra volerla unire e proteggere.
Ciascuno dei tre santuari non sembra avere avuto un rapporto particolare con gli altri nel momento in cui fu costruito, eppure tutti e tre sorgono in posizione arroccata e protesa verso il cielo ed in particolare è innegabile una qualche similitudine tra la Sacra di San Michele e Mont Saint Michel; in tutti e tre la leggenda narra di un intervento diretto dell’Arcangelo per segnalare con precisione il luogo dove doveva essere edificato il luogo sacro.
La leggenda della fondazione
In particolare rispetto alla Sacra di San Michele la tradizione narra che l’Arcangelo sarebbe apparso a Giovanni Vincenzo, già vescovo di Ravenna ritiratosi in eremitaggio nella Val di Susa, e gli avrebbe ordinato la costruzione di un santuario, ma il sant’uomo avrebbe sbagliato luogo, iniziando ad accumulare su un altro monte i materiali necessari, che regolarmente di notte sparivano per venire spostati misteriosamente sul monte Pirichiano, mentre il cielo veniva attraversato da sfere di fuoco che illuminavano il monte. Così il grandioso santuario prese vita su questo monte, negli anni tra il 983 e il 987.
All’inizio la Sacra di San Michele fu un’abbazia benedettina, oggi è custodita dai padri Rosminiani.
Energia positiva
Alcuni legano la Sacra di san Michele anche ad elementi esoterici. Sembra infatti che il luogo sia pervaso da una energia positiva che viene dal profondo della terra, la stessa che attraverserebbe tutta la Linea Michelina. Non dimentichiamoci che, tra i misteri magici che avvolgono Torino e i suoi dintorni, nella Val di Susa è presente anche il Monte Musinè, che è uno dei vertici del triangolo magnetico in Europa. In particolare si dice che all’ingresso dell’Abbazia ci sia una mattonella di colore più chiaro delle altre, sotto la quale sarebbe il punto energetico della Sacra di San Michele, proveniente dalle profondità della terra. Ma anche a non crederci, d’altra parte, cosa ricarica più della natura meravigliosa che circonda questo luogo e della fede che lo anima?
Come arrivare
Si arriva per una strada di montagna immersa nel verde, si lascia la macchina in un parcheggio a pagamento dove non è facilissimo trovare posto, o più giù lungo le curve della salita, e si prosegue per un breve tratto piacevole su cui sono alcune bancarelle di ottimi formaggi locali e di prodotti di miele, fino a quando la strada si apre in un pianoro e si staglia davanti in alto il complesso della Sacra di San Michele. Per gli sportivi è una bella strada da percorrere in mountain bike. Sui prati intorno alla Sacra molti sono quelli che si fermano a riposare sulla bella erba verde e a fare pic-nic.
Per entrare nella Sacra si paga un biglietto (8 euro, 6 euro per bambini e ragazzi 6-18), e non si possono portare animali nè si riesce a salire con passeggini. Per i disabili invece ci sono delle rampe con ascensori dedicati. Nel fine settimana la prenotazione è obbligatoria, si può fare online sul sito ufficiale, dove trovate anche tutte le info sugli orari.
La rotonda
La prima struttura che si incontra è una rotonda, che sono i resti dell’abside di una piccola chiesa romanica dove un tempo erano le sepolture dei monaci.
Il complesso della Sacra
Il complesso principale della Sacra è una struttura massiccia con i muri di pietra alti 41 metri, movimentata da più piani sfalzati, archetti e gallerie. Dal 2005 su uno spunzone di roccia sopra il monastero vecchio è stata collocata la grande statua moderna di San Michele Arcangelo, opera dello scultore altoatesino Paul de Doss-Moroder, alta più di 5 metri.
Lo scalone dei morti e il portale romanico
Per ascendere alla struttura si passa da uno scalone di Pietra coperto che è denominato Scalone dei Morti, perchè un tempo, fino al 1936, nella nicchia centrale vi erano gli scheletri di alcuni monaci.
La scalinata termina nel portale romanico detto Portale dello Zodiaco, opera del Maestro Nicolao, dove a destra sono rappresentati i segni zodiacali e a sinistra le costellazioni dei due emisferi. Inoltre ci sono dei capitelli assai curiosi che rappresentano Caino e Abele, la storia di Sansone, due donne che allattano quattro serpenti. un leone ruggente, quattro falconi, tre tritoni. Anche le basi delle colonne sono scolpite, con tre grifoni che beccano una testa umana e tre leoni che si rincorrono.
Gli archi rampanti e l’ingresso della chiesa
Dopo il Portale dello Zodiaco l’ascesa continua esternamente, passando sotto archi rampanti progettati da Alfredo d’Andrade ma ultimati solo nel 1937, sino ad arrivare all’entrata della Chiesa dedicata a San Michele Arcangelo. Vi si accede attraverso un altro bel portale romanico, con archi a tutto sesto che sono sostenuti da semicolonne con capitelli.
Il portone di legno è decorato con le armi dell’arcangelo e il diavolo a testa umana e corpo di serpente. A sinistra del portale è la lapide del I secolo di un certo Surio Clemente, che indica che questi luoghi erano una stazione romana. A destra c’è un gocciolatoio con la testa di un monaco incappucciato.
Atraverso il portale si entra nella chiesa, che originariamente era romanica ma poi fu arricchita da elementi gotici.
L’interno della chiesa
Il giorno di San Michele il sorge sorge esattamente sull’abside. Nella chiesa ci sono molte colonne con suggestivi capitelli. A destra si apre verso il basso una scalinata di 12 antichi gradini che portano al santuario preesistente, il primo nucleo dell’abbazia medievale, luogo di grande devozione, non sempre accessibile.
Nella chiesa c’è anche una curiosità, per 15 centimetri emerge uno spunzone roccioso che è la cima del monte su cui è costruito il santuario.
Ci sono anche numerosi bei quadri, di cui il più importante è il Trittico di Defendente Ferrari del 1521. nel quadro centrale 12 angeli sorreggono uno spicchio di luna su cui posa i piedi la Madonna che allatta il Bambino, molto dolce, mentre nei due quadri laterali sono l’Arcangelo Michele che sconfigge il diavolo e il vescovo San Giovanni Vincenzo.
C’è poi il grande affresco dell’Assunzione, che parte dalla sepoltura di Gesù, descrive la dormitio virginis, cioè la Madonna che non morì ma si addormentò per non subire l’oltraggio della corruzione della carne, mentre l’assunzione al cielo è dipinta nel terzo riquadro.
C’è un interessante dipinto di fine 1600 sulla leggenda di fondazione del santuario, con gli angeli che spostano i materiali sul monte Pirchiriano, il santuario avvolto dalle fiamme dell’apparizione dell’Arcangelo, e la fondazione del monastero.
Nella parte inferiore di una deposizione di Gesù è dipinta la curiosa scena di una “predica dei morti” in cui due scheletri con una specie di fumetto parlano ai vivi, uno in latino e uno in francese antico, chiedendo loro di avere pietà per i defunti e pregare in loro suffragio.
Le rovine del monastero nuovo
Uscendo dalla parte posteriore della chiesa ci si trova nelle così dette Rovine del Monastero Nuovo, cioè l’edificio costruito tra XII e XIV secolo nel momento di massima espansione del monastero e poi abbandonato ed andato in rovina. E’ una parte molto suggestiva e movimentata dal monastero, tra torri, archi, contrafforti, muri di pietre diroccate. Scendendo giù per una rampa di scale c’è un’esposizione di sculture dell’Arcangelo, che hanno partecipato ad un concorso internazionale.
La torre della bell’Alda
Tra le Rovine del Monastero Nuovo spicca la Torre della bell’ Alda, a cui è legata una particolare leggenda. Si narra che una bella ragazza del luogo, Alda, insidiata sembra nel corso del 1600 da un gruppo di soldati nemici che l’avevano sorpresa mentre si era recata in preghiera per la pace al monastero, si lascò cadere nel vuoto invocando la protezione degli angeli, che la sorressero è la fecero atterrare sana e salva nonostante il gran volo. Ma la vanità prese il sopravvento nella ragazza, che raccontò l’accaduto alle donne del paese e disse di essere in grado di farlo di nuovo; così si lanciò di nuovo dalla torre, ma questa volta i futili motivi di vanagloria non mossero gli angeli in soccorso, e la bell’Alda si schiantò al suolo e morì.
Nell’abbazia ci sono anche alcune sale ottocentesche di rappresentanza dei Savoia, molto legati alla Sacra di San Michele. C’è anche una grande biblioteca che però non è antica; esisteva sì una biblioteca benedettina che doveva essere molto ricca e grande, come apprendiamo dalle fonti, ma fu dispersa nel tempo, e l’attuale biblioteca è ottocentesca, costituita dai padri Rosminiani, e attualmente custodisce oltre 10.000 volumi.
La Sacra di San Michele è uno di quei luoghi imperdibili che vanno assolutamente visitati, e tra l’altro dista solo una quarantina di km da Torino, ma l’ascensione al santuario può essere fatta con spirito di turista, di sportivo, di indagatore o di pellegrino, ognuno troverà quello che cerca e non resterà deluso e potrà magari ritornare una seconda volta con una diversa consapevolezza.