Salamanca è una splendida città ricca di storia ed arte, patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1988, sufficientemente piccola per essere girata comodamente a piedi, ma abbastanza grande da essere cosmopolita e ricca di vivacità culturale, ed è assolutamente una della mie preferite in tutta la Spagna.
Si trova nella provincia di Castiglia e Leon, sulla cima di un altipiano e sulle rive del bel fiume Tormes. Arrivando dalla strada statale che vi conduce a Salamanca, prima di attraversare il fiume, vi consiglio di fermarvi in uno dei miradores che vi daranno un colpo d’occhio sulla città e sulla valle. Vi colpiranno subito le dimensioni della cattedrale ed il colore ocra che caratterizza tutto l’abitato.
Il ponte romano sul fiume Tormes
Attraversando il fiume potrete ammirare un paesaggio fluviale degno di nota, tra acque cristalline, canne, vegetazione palustre, fiori, con anatre e altri animali acquatici.
Se invece di attraversare il fiume lo costeggerete verso sinistra, arriverete alla prima attrazione di Salamanca: il perfettamente conservato ponte romano sul Tormes, che faceva parte della famosa Via dell’Argento che passava per Salamanca.
Se vi va, lasciate la macchina e percorrete a piedi una parte di lungofiume, molto piacevole, fino ad arrivare ai piedi delle arcate di pietra del ponte. E’ infatti da sotto la postazione migliore per ammirare questo capolavoro di ben 26 archi di pietra, che ha saputo resistere alle piene del fiume dall’epoca di Traiano.
Al centro del ponte c’è una statua di un maiale senza testa, “il verro”, che compare nel romanzo picaresco Lazarillo de Tormes, in cui un episodio racconta come il protagonista viene beffato da un mendicante cieco che gli dice che appoggiando l’orecchio al verro avrebbe sentito un grande rumore, e quando Lazarillo lo fa, percuote la statua con il bastone provocando una fortissima risonanza che stordisce il ragazzo per giorni.
Risalente al periodo romano è anche un tratto di mura che ancora è conservato.
La Cattedrale Nuova di Salamanca e l’Astronauta
La prima meta all’interno della città non può che essere la maestosa Cattedrale, che si trova sulla collina più alta della città e che attira subito l’attenzione di chi giunge a Salamanca. La visita vi richiederà alcune ore. In realtà si tratta di due cattedrali che costituiscono un unico complesso, poichè si accede dall’una all’altra senza soluzione di continuità: la Cattedrale Vecchia e la Cattedrale Nuova, o Cattedrale di Santa Maria.
Insieme al biglietto di ingresso, comprensivo anche del museo, vi verrà dato un foglietto con un QR code che comodamente ed igienicamente dal vostro smartphone darà accesso a una guida vocale punto per punto, anche in versione bambini, se lo desiderate.
L’ingresso è dalla Cattedrale Nuova, insomma nuova per modo di dire, perchè risale al XVI secolo, un periodo d’oro per Salamanca e per la sua celebre università. Proprio a causa della crescita rapidissima della popolazione studentesca di Salamanca, il Capitolo chiese di avere una nuova cattedrale. La costruzione della cattedrale richiese secoli, e all’originario progetto gotico si affiancarono elementi rinascimentali, poi quelli barocchi della torre; tra archi rampanti, pinnacoli, balaustre, la cupola, le navate altissime, la facciata fitta di statuette, medaglioni, l’intervento di artisti spagnoli, italiani, fiamminghi e tedeschi, il risultato è una ricchezza decorativa che incanta.
Ancora oggi, ad ogni restauro tradizionalmente viene aggiunto qualche elemento di modernità alla Cattedrale Nuova: se guardate attentamente sulla Porta Ramos, perfettamente integrato con la pletora di personaggi reali o fantastici istoriati sulla decorazione, è stata aggiunta la figura di un astronauta, in onore dell’uomo sulla luna. Con tanta ricchezza di decorazioni si perde spesso la bellezza dei particolari, ma cercate per esempio sul portale il drago che lecca un cono gelato a tre palle, o il granchio di fiume la cicogna o la lepre, sono davvero bellissimi!
L’interno della cattedrale nuova è grandioso con cinque navate di diversa altezza, colonne che finiscono nelle slanciate nervature delle volte, e poi la grandiosa cupola, e tutto intorno tante interessanti cappelle.
la cappella maggiore, al centro della cattedrale, sullo sfondo di velluto rosso è dominata dall’Assunzione, dedicata alla Madonna patrona della cattedrale, opera di Esteban de Rueda.
Di fronte si trova il coro con gli stalli di legno intagliati e i due grandi organi.
Tra le varie cappelle, vorrei segnalarvene alcune che mi sono particolarmente piaciute. Molto ricca è la Cappella Dorada, dedicata a tutti i santi, con le sculture di tantissimi santi su tutta la parete e un magnifico retablo.
La Cappella dei Dolori contiene una scultura di una pietà molto suggestiva.
La Cappella del Cristo delle Battaglie conserva il Crocifisso che il Cid portava sempre con sè.
Il chiostro
Dalla Cattedrale Nuova si passa sul bel chiostro, che è più antico ed appartiene alla Cattedrale Vecchia. Il chiostro è esso stesso ricco di tante opere d’arte. Vi si aprono cappelle e logge, e vi si trovano notevoli sepolcri.
C’è la cappella di Santa Caterina, con un grande trittico opera di Fernando Gallego.
La cappella di Santa Barbara, come anche la cappella degli Anaya sono dominate dai sepolcri dei fondatori Garcia Ruiz e Bertran Berntranez la prima e di Diego de Anaya Maldonato (il fondatore dell’università) la seconda.
Dal chiostro si accede anche al museo della cattedrale, con diversi dipinti di valore, oggetti di oreficeria e argenteria e sculture.
La Cattedrale Vecchia
La Cattedrale Vecchia risale alla fine del XII secolo, ma prima ancora qui si trovava la cattedrale visigota. E’ una splendida costruzione romanica spagnola, la cui costruzione richiese un secolo e mezzo e che culminò con la copertura del tamburo della cupola, chiamata Torre del Gallo, e delle navate; per sostenere il peso delle volte si chiese aiuto a mensole inserite sotto gli archi con forme di creature fantastiche e mostruose che danno alla chiesa un carattere molto tipico.
Nella cappella di San Martino, nella navata laterale, troviamo un retablo gotico con nicchie occupate da angeli, santi e personaggi biblici dipinti a tinte molto vivide a contornare il sepolcro del vescovo Rodrigo Diaz, ed altri simili sepolcri sull’altro lato. Altri straordinarie tombe medievali sono nel transetto.
La cappella maggiore contiene un grandissimo retablo del XV secolo considerato una delle più importanti opere dell’arte spagnola, con 53 scene della vita della Madonna e di Gesù.
In definitiva, devo dirvi che spesso le chiese si visitano e, avendo elementi simili l’una all’altra, si dimenticano; Il complesso delle cattedrali di Salamanca è uno di quelli che impressionano e restano nella memoria nella loro unicità.
Le altre chiese di Salamanca e il Convento di Santa Maria de las Dueñas
Per questo vi parlerò brevemente delle altre chiese di Salamanca, che se fossero l’unico edificio di una città la renderebbero degna di interesse turistico, ma a Salamanca si perdono all’ombra della grandiosità della Cattedrale.
La Chiesa di San Martino, ad esempio, è un bella chiesa romanica molto antica, risalente al 1103. Interessanti sono la Chiesa di San Marcos, la Chiesa di Santiago, la chiesa di San Tommaso di Canterbury, la Chiesa dello Spirito Santo, la Chiesa di San Benito, la Chiesa di Santa Maria dei Cavalieri, la Chiesa di San Sebastiano.
Il Convento di Santa Maria de Las Dueñas è un antico monastero per nobildonne, la cui cosa più bella è il chiostro rinascimentale a due piani e i capitelli tutti scolpiti con figure diverse. Ci sono poi diversi altri conventi femminili, come quello delle Orsoline, quello delle Agostiniane osservanti, quello di Santa Chiara.
Il Convento di San Esteban
Non si può però fare a meno di visitare il convento domenicano di San Esteban (santo Stefano) con l’omonima chiesa e vari ambienti per i frati che dimostrano la potenza che l’ordine domenicano ebbe a Salamanca. Non dimentichiamoci che in mano domenicana era l’inquisizione, e questa chiesa e il complesso conventuale, sia pure ispirati a sobrietà e rigore, certo dovevano servire ad impressionare i visitatori.
Il Portale della Chiesa, nello stesso stile della cattedrale, è molto decorato con tutti i santi domenicani e la scultura del martirio di Santo Stefano, e un Calvario con Dio Padre.
Anche l’interno è molto grandioso, anche se la chiesa, ad una sola navata, è luminosa, ha linee pulite che si innalzano al cielo e mettono in evidenza l’altare maggiore col suo retablo dorato.
Bello è il coro, che poggia su un arco molto audace, con i suoi stalli decorati e la statua di San Domenico. Sulla parete è dipinto il Trionfo della Chiesa, un tema molto caro all’ordine domenicano. Sul leggio al centro della stanza sono stati posti antichi libri del coro.
Mi è piaciuto tanto il Chiostro del Re, in stile gotico picaresco.
Sul chiostro si affacciano numerosi ambienti conventuali ricchi di interesse. Da una della porte del chiostro si accede al Pantheon dei Teologi, o sala capitolare antica, con le tombe semplici di alcuni celebri teologi domenicani. La sala capitolare nuova è invece più sontuosa. Degna di nota è la Scala di Soto, del 1553.
La Sagrestia barocca con influenza classiche contiene sculture policrome e un fregio in rilievo che adorna tutta la parte alta.
L’Università di Salamanca: riuscite a trovare la rana?
Ma ora basta chiese, immergiamoci nell’altra anima di Salamanca, che è quella di gaudente città universitaria. Pensate che all’epoca in cui la città aveva 24.000 abitanti, ben 20.000 erano studenti o legati all’università. Oggi Salamanca è un centro universitario fiorente e sede di Erasmus anche per molti italiani; personalmente penso che sia un’ottima scelta, perchè è una città molto godibile.
Uno degli edifici principali di Salamanca è proprio l’antica università, fondata da Alfonso IX di Leon nel 1218, la seconda università pià antica d’Europa dopo quella di Bologna. In effetti Alfonso IX era rimasto impressionato dall’università di Bologna e volle replicarne il modello anche nella sua città. L’università ebbe da papa Alessandro IV il titolo prestigioso di Università Generale, come poche altre grandi in Europa e ciò accrebbe ulteriormente la sua fama e la portò ad espandersi allo studio di tantissime materie, tra cui non solo legge, teologia, medicina, logica e filosofia, ma anche retorica, greco, latino, ebreo, caldeo, astrologia, musica, grammatica. Qui studiarono o insegnarono personaggi illustri come Calderon de la Barca, o Ignazio di Loyola.
La cosa più nota dell’Università è la facciata plateresca della prima metà del XVI secolo, un’ intricatissima trina di decorazioni che lascia a bocca aperta. Questa facciata è divisa in tre zone sovrapposte, la prima ha al centro il medaglione dei re cattolici di Spagna, nel secondo è lo stemma degli Asburgo con vari busti e medaglie e bambini che giocano, nella terza c’è il papa che discute con i cardinali, con Venere ed Ercole, e poi figure allegoriche fantastiche e floreali di tutti i tipi.
In tutta questa baraonda di figure c’ è una piccola rana quasi introvabile. Tutti gli studenti che arrivano a Salamanca vengono portati qui e sfidati a trovarla: se riescono ad individuarla avranno fortuna nella loro carriera universitaria. Volete un aiutino? sopra la seconda linea di divisione orizzontale , sul pilastro di destra ci sono tre teschi, sulla cima del teschio di sinistra è posata la piccola ranocchia.
Che ci sta a fare la rana sul teschio? Questo è proprio un mistero, ma considerando che le figure sul portale sono piene di messaggi allegorici, sicuramente non è casuale. Qualcuno ha provato ad ipotizzare che rana e il teschio hanno in comune la mancanza di pelo, e che la rana sia lì ad impedire la rinascita dei capelli il giorno del giudizio, quindi sia un segno diabolico che tenta di impedire la risurrezione dei morti. Per altri ancora la rana significa esattamente il contrario, essendo un animale anfibio è come se fosse un contatto tra due mondi, simbolo di rinascita e passaggio. Secondo i più invece la rana è simbolo di lussuria, peccato frequente tra gli studenti, che porta alla morte, e quindi l’immagine è un ammonimento contro l’eccessiva esuberanza giovanile.
Se la ricerca della ranocchia vi ha divertito, potete acquistarla come souvenir in tutte le salse nei negozietti che circondano l’università: sulle t-shirt, in versione gracchiante scacciapensieri, sulle penne, in peluche gigante, nelle intramontabili palle di vetro..
Tra i vari complessi universitari che si affacciano sulla piazza c’è quello delle Scuole Minori, attualmente in restauro, che racchiude un bel cortile, e in un’ aula del cortile è un famoso dipinto di Ferdinando Gallego, “il Cielo si Salamanca”, che rappresenta temi astronomici e astrologici secondo le conoscenze del tempo.
Altri collegi universitari sono degni di nota, tra cui il Collegio San Bartolomeo, o Palazzo di Anaya, sede della facoltà di lettere, il Collegio dell’Arcivescovo Fonseca e l’edificio del rettorato.
I Gesuiti, quasi in contrapposizione di potenza e ricchezza con l’ordine domenicano e con il suo convento di Santo Stefano di cui ho parlato prima, hanno fondato “La Clerecia”, il Collegio Reale dell’Ordine dei Gesuiti, che è attualmente sede dell’Università Pontificia. annessa vi è la chiesa della Clerecia, tipicamente barocca.
La Rua Mayor e la Plaza Mayor, e una sosta per gustare la cucina di Salamanca
Naturalmente in una città universitaria la vita godereccia non può mancare. Se percorrete la Rua Mayor, la lunga via pedonale che taglia tutta la città da poco dopo il fiume fino alla Plaza Mayor, vedrete tutto un susseguirsi di bar e ristoranti, di negozietti graziosi e di prodotti tipici.
Tra l’artigianato, cercate i lavori in “filigrana charra” d’oro o d’argento, e i lavori in cuoio.
Tra i cibi, come in tutte le città universitarie spagnole, vanno alla grande le tapas, le mini porzioni con sopra praticamente tutto, da gustare al banco o al tavolo insieme a fiumi di cerveza o sangrilla,
Il prosciutto e i salumi ricavati dal particolare maiale pregiato “bellota”, che hanno prezzi stratosferici e un sapore dolce assolutamente unico, sono specialità in vendita in molti negozi specializzati; anche l'”hornazo” è uno street food: una specie di vol-au-vant ripieno di prosciutto o altri insaccati.
Ma Salamanca può vantare anche una cucina vera e propria di tutto rispetto, i cui piatti principali sono a base di carne, dal “toston”, il maialino arrosto tenerissimo, alla cacciagione, al “calderillo”, l’agnello in umido.
Poi c’è la tipica “minestra d’aglio castigliana” a cui viene aggiunto il prosciutto, piatto che non ho avuto il coraggio di assaggiare. Ci sono poi i celebri fagioli bianchi, i “judas blancas”.
Per i dolci non c’è che l’imbarazzo della scelta, tipici sono soprattutto paste come i chochos o i maimon o quelli a base di mandorle.
Un posto dove fermarsi per un rinfresco è senz’altro il Cafè Novolty sulla Plaza Mayor, ai cui tavolini interni troverete la statua di bronzo dello scrittore Gonzalo Torrente Ballester, ma vi consiglio di stare all’esterno a godervi lo spettacolo di questa grande e bella piazza porticata sempre animata ad ogni ora di giorno e della sera.
La Plaza Mayor è considerata una delle più belle di Spagna. nacque nel corso del 1700 per liberare dai banchi del mercato la zona intorno alla cattedrale. Oggi i banchi del mercato sono nella costruzione apposita che si trova proprio dietro la Plaza Mayor, davanti alla quale sorge la statua in bronzo della popolana venditrice.
Nella piazza si celebravano anche feste taurine e altri eventi a cui i regnanti assistevano dal Pavillon Real, l’edificio della facciata a d est con un grande arco a tutto sesto e un balcone con lo scudo reale.
Dall’altro lato della piazza è il Palazzo Comunale, che si armonizza perfettamente con lo stile dei palazzi che circondano il resto della piazza spezzando nello stesso tempo i tre ordini di balconi con i suoi due piani di maggiore altezza.
La Casa de Las conchas e gli altri palazzi nobiliari
In una città come Salamanca i palazzi dei nobili e ricchi cittadini sono numerosi e rivaleggiano per sontuosità. Spesso ci imbattiamo per caso in edifici magnificenti o altri apparentemente semplici che rivelano la loro bellezza solo entrando a curiosare e scoprendo patii e architetture sorprendenti.
Una delle più begli edifici è la Casa de las Conchas, che si trova di fronte alla Clerecia. Tutta la sua facciata è adornata dal simbolo delle conchiglie. Fu costruita da Rodrigo Arias de Maldonado, cavaliere dell’ordine di Santiago, di cui la conchiglia è il simbolo. All’interno c’è un bellissimo patio a due ordini di archi.
Sontuosissimo è anche il Palazzo dei Marchesi di Orellana, e quello della Salina o di Fonseca; il Palazzo Monterrey, squadrato con i due torrioni ai lati, è quasi un castello per la sua imponenza.
Il museo dell’ Art Decò
Tra i tanti musei che potrete visitare a Salamanca ve ne suggerisco uno molto particolare, il museo dell’Art Decò, che si trova in uno splendido edificio in stile, la Casa Lis, un palazzo modernista costruito all’inizio del XX secolo da un industriale innamorato dell’Art Nouveau,
L’edificio si distingue all’esterno per le sue tipiche vetrate Art Nouveau e le strutture in ferro, e all’interno si eleva su due piani intorno ad un cortile coperto da una grande vetrata. Anche a prescindere dalla ricca e varia collezione che contiene, sarebbe da visitare comunque per la sua bellezza architettonica.
Il museo contiene oltre 2000 pezzi di 19 collezioni tra cui le opere in vetro, le statuine crisoelefantine delle ballerine, le bambole di porcellana, i pezzi di arredamento, i gioielli, i giochi, i ventagli, le sculture, e quadri di pittori catalani dell’epoca.
Due giorni ben spesi ma sarebbe bello viverci un po’
Quando avrete fatto e visto tutto questo avrete ormai trascorso due giorni di intenso movimento per le vie di Salamanca e potreste dire di aver ormai compreso lo spirito di questa attraente città, ma il fermento culturale e vitale di questo luogo vi permetterebbe di passarci periodi ben più lunghi senza mai annoiarvi, o decidere di passare qui un periodo di studio.
Così potrete vivere i momenti creati dalla celebre goliardia universitaria, i concerti degli studenti e dei gruppi di ex studenti (ne abbiamo avuto un divertente esempio ai tavoli della Plaza Mayor), i riti coinvolgenti e non solo sacri della Settimana Santa e delle altre feste che, tra sacro e profano, qui non mancano mai.
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