Una passeggiata nei quartieri occidentali di Torino, tra leggende e testimonianze storiche, nei luoghi occulti che hanno fatto di questa città una dei vertici del triangolo della magia nera.
Ho vissuto cinque anni a Torino, dove da giovane laureata avevo trovato lavoro, ci sono arrivata in una mattina di dicembre, con in testa un colbacco che mi faceva sembrare Totò in gita a Milano e la valigia piena di maglioni e con il muso lungo di chi pensava in maniera preconcetta di trovare una città fredda e chiusa. Me ne sono andata cinque anni dopo, festeggiata dagli amici torinesi con una indimenticabile bagnacauda pestilenziale che mi è costata l’isolamento per alcuni giorni, con i lacrimoni agli occhi ed il cuore pieno di ricordi di uno dei periodi più belli e pieni della mia vita.
Per questa mia esperienza personale, Torino è per me una città metaforicamente magica, per atmosfera di eleganza nobile e di ritrovata frizzante vivacità, e una volta o l’altra vi racconterò perchè, ma qui voglio parlare di Torino come la “città magica” per eccellenza, nel senso stretto della parola: Torino è la capitale dell’esoterismo e, per chi ci crede, crocevia di energie benefiche ed oscure. Questa nomea nasce da una serie di circostanze geografiche e storiche reali, che nel tempo si sono arricchite di dettagli mitizzati. Qualcuno direbbe che la concatenazione, o quanto meno la compresenza di tante circostanze non può essere un caso, ed è viceversa il carattere magico di Torino che ha attratto nella città tanti avvenimenti particolari. Ad ogni modo un itienrario mirato che tocchi i luoghi esoterici di Torino, peraltro quasi tutti concentrati nel bellissimo centro storico, è una caccia al tesoro affascinante e permette di visitare i monumenti più significativi della città in un’ottica tutta particolare.
Torino appartiene a ben due “triangoli magici”: quello della magia bianca insieme a Lione e Praga e quello della magia nera insieme a San Francisco e Londra, a cui si aggiunge anche secondo alcuni il triangolo magnetico che ha il suo centro nel vicino Monte Musinè.
A Torino c’è il Museo Egizio, il secondo più importante al mondo (e recentemente oggetto di un riuscito restyling, invito anche chi lo avesse visto prima a tornare a visitarlo perchè sarà una sorpresa), quasi un gemellaggio ideale con la patria per eccellenza della tradizione esoterica. Nei sotterranei delle colline che si affacciano su Torino esiste anche un importante e profondo laboratorio di fisica cosmica che studia i collassi gravitazionali. A Torino è vissuto il più grande occultista del secolo scorso, Gustavo Rol , e prima di lui vi hanno soggiornato illustri maghi, alchimisti, personaggi come Nostradamus, Cagliostro, vi hanno avuto sede le più importanti logge massoniche e numerose sette religiose.
E comunque, anche per chi non ci crede più di tanto, vale la pena di fare un giro per i luoghi della Torino magica, che sono soprattutto i luoghi di una Torino elegante e affascinante, ricchissima di arte e cultura.
Prima di partire per questo itinerario sedetevi ad uno dei caffè storici di Piazza San Carlo e gustatevi una delle decine di sfumature di caffè inventate qui a Torino (marocchino, bicerin e via dicendo), insieme ad un gianduiotto, e poi dirigetevi nella contigua piazzetta CNL, verso le fontane gemelle dei due fiumi, la Dora e il Po, grandi sculture di marmo bianco, che sono un po’ i simboli rispettivamente del lato oscuro e di quello bianco di Torino. La Dora percorre il lato occidentale della città, dove il sole “occidit”, muore, e quindi simbolicamente vi si trova l’ombra, l’opposto della luce del bene. Il lato lunare della città è anche il suo lato femminile, ed ecco perchè la statua del fiume Dora rappresenta una donna formosa. Nella Dora si concentrerebbero le forze negative, perchè in esssa si scaricano i deflussi industriali, e passa nella zona dei cimiteri. Al contrario il Po, rappresentante la polarità maschile, scorre nel lato orientale della città, dove sorge il sole, e scendendo dalle montagne porta limpide acque ed energia benefica alla città.
Iniziate l’itinerario attraverso il lato oscuro di Torino daPiazza Statuto. In un giardinetto su un lato della piazza, nascosto dalla vegetazione, c’è un obelisco bianco, sormontato da un astrolabio che indica il passaggio della linea del 45° parallelo, che colloca Torino esattamente a metà tra polo nord ed equatore (in realtà per un punto passano infinite rette! per questo per individuare il passaggio del parallelo esiste un secondo obelisco gemello a Rivoli). Questo punto ha fama di catalizzare energie geodetiche negative. Sta di fatto che anticamente , in epoca romana, questo luogo era l’estremo confine della città e corso Francia partendo da Porta Susa, allora Porta Segusina, portava nelle Gallie; questo luogo era dedicato alle esecuzioni capitali e alla sepoltura dei morti. C’è anche l’impianto di regolazione della fognatura, e le acque nere venivano un tempo considerate la porta dell’inferno. La piazza ha cattiva fama anche perchè vi sorsero alcune banche che (tutte!) fallirono. Al centro della piazza poi si trova il monumento ai caduti del Frejus,che appare abbastanza inquietante. Sono corpi bianchi accatastati a piramide dei lavoratori che persero la vita nella costruzione del traforo e in alto un angelo scuro, bellissimo, con in fronte una stella a cinque punte, ed in mano una penna, che guarda la città e tende le braccia verso quei corpi; a questo monumento è stata data un’interpretazione diabolica:
i caduti per il progresso e per lo sforzo di conseguire la conoscenza e superare i limiti umani sono elevati da Lucifero quale angelo della ribellione ai limiti imposti all’uomo; la stella a cinque punte (la stella pitagorica) viene vista come simbolo del diavolo, ma anche del fuoco alchemico, la penna come simbolo del sapere. E’ interessante osservare che tutti i simboli cosiddetti satanici di Torino in realtà sono simboli luciferini, e quindi si rifanno a quel clima positivista faustiano e romantico dell’800 che esalta Lucifero paradossalmente come simbolo del bene e non del male.
Vicino a Piazza Statuto, con coincidenza che mette i brividi, nel 1983 nel corso dei festeggiamenti di un carnevale a tema dedicato al diavolo, il 13 febbraio (13 è la carta dei tarocchi che rappresenta il diavolo) scoppiò un incendio nel cinema Statuto, dove morirono 64 persone, 32 uomini e 32 donne, come i pezzi di una scacchiera mossa dal diavolo.
Quasi che ci fosse un karma di morte per questi luoghi, i francesi posero poco più in là, all’incrocio tra via Cigna e Via Regina Margherita, nel luogo che ancora oggi chiamiamo Rondò della Forca, la ghigliottina per le esecuzioni. Qui ci furono anche i sanguinosi scontri tra esercito e dimostranti per il trasferimento da Torino a Firenze della capitale nel 1864. Beh il Rondò della Forca ha un’aria un po’ triste anche oggi, se non siete appassionati del genere potete anche tralasciarlo nella passeggiata 🙂
Restate però in zona “Quadrilatero”, un tempo degradata e oggi splendidamente recuperata al passeggio durante il giorno e alla vita notturna, con bei negozi, ristoranti animatissimi e alla moda e localetti vari, veramente un luogo simpatico dove passare un pomeriggio e una serata. Dirigetevi in Via Bonelli, dove al n.2 (attenzione, è una via cortissima, di appena 2 isolati)trovate la casa del boia; tutti i boia che si succedevano andavano ad abitare lì, in una casetta un po’isolata perchè la gente non amava mischiarsi con loro, e addirittura avevano un banco isolato riservato a loro nella vicina Chiesa di S.Agostino; una curiosità: vicino alla casa, ai tempi dell’ultimo boia, c’era un forno il cui panettiere dava sempre al boia il pane rovesciato in segno di scaramantico disprezzo e da qui si era diffusa la pratica scaramantica di non porgere mai il pane rovesciato; così fu inventato il pan carrè, nel quale non si può distinguere il diritto dal rovescio (a proposito, anche il tramezzino è nato a Torino, nel Caffè Mulazzano). Visto che abbiamo parlato di boia parliamo anche di condannati a morte: questi venivano seppelliti in spazi vicino alla Chiesa della Misericordia a cura di un’arciconfraternita che accompagnava il condannato sul carro che lo conduceva all’esecuzione, mostrandogli per tutto il percorso un crocifisso per accendere in lui la speranza della misericordia divina; nella chiesa della Misericordia, seicentesca e ricca di opere d’artea, c’è anche una bacheca dove è conservato quel crocifisso che è stato testimone di tanta crudeltà e dolore.
Incamminatevi verso piazza Solferino, dove potete ammirare la Fontana delle 4 stagioni, anche chiamata fontana Angelica. Niente i magia nera qui, ma tanti simboli massonici ed esoterici. Chissà perchè poi la massoneria è sempre stata associata al lato oscuro della magia. Le 4 stagioni sono sculture umanizzate, che rappresentano aspetti spirituali: la primavera è l’amore sacro, che nutre e ed eleva al cielo (ha in grembo un nido di uccellini e a financo un bimbo che fa volare le rondini). l’estate l’amore profano che è legato alla terra e fecondo(spighe e ghirlanda di frutti). L’autunno e l’inverno sono i due guardiani delle colonne d’Ercole, che simboleggiano il superamento dei limiti attraverso la conoscenza e l’inverno difatti volge il viso a oriente, dove sorge il sole; essi versano da un otre l’acqua della conoscenza, che passa da una forma rettangolare che rappresenta la porta della conoscenza.
Vicino a Piazza Solferino, in Via Lascaris, soffermatevi a guardare in alto i palazzi ottocenteschi su cui spiccano elementi decorativi inquietanti; in particolare Palazzo Lascaris, oggi sede del Consiglio Regionale, era un tempo la sede della loggia massonica dei Liberi Muratori, che avevano voluto il palazzo decorato con oltre 200 mascheroni grotteschi dai vari significati simbolici e raffigurazioni di Hermes (protettore delle arti occulte, ermetiche appunto); del resto i mascheroni con sorrisi sguaiati o smorfie accigliate e sembianze di satiro hanno sempre avuto un significato apotropaico e di protezione della casa, fin dai tempi dell’antica Grecia, Un altro palazzo lì vicino, che ospita dei locali sotterranei, ha sul marciapiede due spioncini a forma di occhi di gatto che permettevano di controllare l’esterno.
Via Alfieri è tutta da percorrere: su molti portoni si trovano simboli esoterici, in particolare al n,40 sul cosiddetto Portone del Diavolo del palazzo Trucchi Levaldigi, già sede della fabbrica di tarocchi, potete vedere una minacciosa testa di diavolo contornata da due serpenti intrecciati; si dice che il portone sia stato creato dal diavolo stesso invocato da un apprendista stregone che restò per sempre imprigionato dentro il palazzo. Nel palazzo aleggia anche un’altra leggenda da brivido: nel 1790 durante una festa di carnevale una ballerina cadde pugnalata da ignoti, e improvviso scoppiò un terribile temporale, il vento spalancò le finestre e spense tutte le luci, e da allora si vide lo spettro della ballerina aggirarsi per le stanze del palazzo nelle notti di tempesta. Oggi è la sede di una banca… he he, sarà anche una coincidenza! Invece nella vicina Via Arsenale un altro palazzo, per strana coincidenza anch’esso sede di una banca, ha due lampioni sorretti da figure di demoni che fanno la linguaccia e fronteggiano il palazzo della Curia e la Chiesa dell’Immacolata Concezione.
Torino è piena di ambienti e tunnel sotterranei, Si dice che gli alchimisti compissero i loro esperimenti nei sotterranei di Palazzo Mandama, mentre la Galleria Reale congiungeva le residenze reali diTorino a quella di Rivoli, un’altra galleria percorreva tuta via Po sino a Piazza Castello, un’altra ancora collegava tutte le chiese importanti tra di loro e al tribunale dell’inquisizione. Così i Savoia avevano un’incredibile rete di vie di fuga e di collegamento, i nobili potevano muoversi anche dopo il coprifuoco in sicurezza dai briganti e far convenire le loro amanti , il potere ecclesiastico, poteva trasportare e torturare i prigionieri senza clamore. Ma la più fitta rete di sotterranei è quella difensiva, 14 km di gallerie su più livelli a cui si accede dal Museo Pietro Micca. In una di queste gallerie appunto Pietro Micca si fecesaltare in aria per salvare la città, ma anche diversi sanguinosi combattimenti avvennero nella rete delle gallerie difensive; un mio amico, guida volontaria al museo, mi ha raccontato un episodio davvero inquietante: accompagnando un gruppo di turisti nei luoghi di Pietro Micca all’improvviso una signora si sentì svenire; “ma vi avevamo avvertito che i cunicoli si fanno un po’ stretti e inadatti a chi soffre di claustrofobia”, le dice lui, e lei risponde: “io non soffro di claustrofobia, io sono una medium, qui ho avvertito un fatto di sangue e ho visto degli spiriti di soldati”; il mio amico si fece descrivere la divisa, e la descrizione non coincideva con i disegni storici ufficiali, per cui archiviò la questione; tempo dopo invece, ricercando, scoprì che proprio in quel punto vi era stato uno scontro sanguinoso con le truppe francesi, era estate e i soldati non portavano la giubba ma solo la camicia d’ordinanza che si mette sotto la giubba e che corrispondeva perfettamente alla descrizione della medium.
Si dice che in collina, tra Superga e il Monte dei Cappuccini, si ritrovino sette sataniche a celebrare messe nere. Una volta un gruppo di amici fecero una goliardica spedizione in una villa abbandonata in collina dove si vedevano strane luci e si immaginavano riti diabolici, ma l’unico risultato fu di spaventare a morte dei poveri immigrati che vi avevano trovato riparo per la notte.
Un’altra curiosità esoterica è la disposizione delle residenze sabaude nella pianta urbanistica di Torino: se unite da un tratto di penna sulla mappa formano un quasi perfetto pentacolo. Su questo però sono propensa a pensare ad una coincidenza, a meno di non volere discutere sul significato esoterico delle misure delle cabine telefoniche come ironicamente ci insegna Umberto Eco (altro torinese! ) nell’appendice del Nome della Rosa.
Se avete finito la passeggiata nella Torino della magia nera restate in zona… vi consiglio un’ottima cenetta in uno dei ristorantini del Quadrilatero. La prossima volta vi condurrò a spasso tra le strade della Torino luminosa, quella della magia bianca.
Ho fatto i tours di Torino Magica e Torino Sotterranea che mi hanno fatto scoprire queste bellissime realtà “nascoste”!!!
Questo post mi ha riportato indietro di un po’ di anni, a quando ho organizzato un evento per l’azienda per la quale lavoravo. Eravamo proprio dietro la fontana delle Quattro Stagioni. E per l’occasione mi ero letta le 101 cose da fare a Torino dove c’era un bel capitolo sulla Torino magica. Mi aveva colpito moltissimo perchè fino ad allora credevo che fosse Bologna la città magica, e invece anche Torino non scherza. ;-).
Ho vissuto a Torino per tre anni ed è veramente interessante e bella, non me l’aspettavo!
Anch’io avevo sentito parlare del suo lato “oscuro”… molto affascinante!
Bellissimo articolo. Segnalo però che l’incendio al cinema statuto avvenne nel 1983. Anche sul numero delle vittime vi sono delle imprecisioni. Grazie per lo splendido lavoro. Un caro saluto
Grazie della segnalazione, che mi ha permesso di correggere l’errore sull’anno. Le vittime però mi risultano 64, 31 uomini e 31 donne adulti, 1 bambino e 1 bambina.
Ho fatto i tours di Torino Magica e Torino Sotterranea… scoprire queste bellissime realtà mi ha fatto amare ancora di più la mia città…
Che bella questa descrizione di Torino! Tutte queste curiosità e tante altre ancora le ho scoperte con i tour Torino Magica e Torino Sotterranea di Somewhere Tours&Events! @somewheretour #somewheretour
Bellissimo ho scoperto Torino Magica grazie ai tour di Somewhere che tralaltro fa anche Torino Sotterranea, bellissimo anche quello!!