#ValigiaPerfetta
Le valigie: croce e delizia di ogni viaggio, elemento qualificante del viaggiatore, scienza ed arte!
Un tempo un viaggio era un evento importante: senza internet, senza televisione, l’altrove anche se non troppo lontano era mistero puro, e un’attrezzatissima valigia pronta per ogni evenienza era l’unica arma con cui affrontarlo. Pensate che il mitico Orient Express era formato da 7 vagoni di cui solo 3 per i passeggeri e ben 4 per vettovagliamento e bagagli! Ed ecco che dalle cartoline dei nostri nonni compaiono viaggi a Venezia affrontati con bagagli da safari nella jungla con portatori, quelle grandi, pesanti valigie di cuoio (o cartone nella versione povera), con cerniere da baule ed angoli rinforzati da borchie metalliche. Affascinanti di storia, restano lì in soffitta, a testimoniare non più il mistero del viaggio, ma quello del passare del tempo.
Poi il ’68 e i grandi scrittori dell’on the road come Jack Kerouac hanno sdoganato il viaggio come momento di libertà assoluta, ed è stato il boom dei backpackers, la casa è il mondo e tutto ciò che serve è uno zaino e tanta curiosità. Ma perchè caricare le spalle quando si può trascinare la casa su comode ruote? Ed ecco l’epoca dei trolley, segno forse di turismo un po’troppo omologato, nella media un po’tristemente grigi e blu come automobili, da riconoscere attentamente sul nastro bagagli dell’aereoporto, però diciamolo, decisamente comodi. E qui inizia la snervante battaglia con le compagnie low cost sulle dimensioni del bagaglio a mano: riusciranno a fregarci con quel mezzo centimetro in più della nostra valigia che le impedisce di entrare nella famosa gabbietta di prova del bagaglio a mano approvato, o la spinteremo noi vestiti a cipolla col piumino con 40 gradi all’ ombra ma con una minivaligetta perfetta per l’imbarco? Perchè poi le inventano tutte:ogni compagnia si è scelta delle dimensioni personalizzate in modo da creare confusione e possibilmebte errori, la borsetta deve stare nella valigia, il manico non deve sporgere dalla misura, la somma dei cateti delle due valigie a mano non deve superare l’ipotenusa di quella spedita, a meno che il quadrato del lato maggiore non sia minore della diagonale di quella più scura, al punto che una volta io, presa dalla rabbia di dover pagare un supplemento esorbitante per una valigiaccia da due lire, le ho spezzato le ruote e così l’ho conficcata nella gabbia di prova.
La valigia ideale non esiste. Dipende dal viaggio che ci accingiamo a fare. Se per I voli è comodo il trolley rigido, sia come bagaglio a mano sia come valigia spedita che resiste meglio agli sballottolamenti di percorso, se dobbiamo fare spostamenti quotidiani senza un punto di riferimento dove lasciare i bagagli o se sappiamo che il terreno è accidentato, molto meglio gli zaini, mentre in barca viva le leggere sacche di tela che si possono stipare flessibilmente e non graffiano il legno. Personalmente amo i trolley morbidi, quelli di stoffa, più leggeri di quelli rigidi. Con la doppia zip che ne aumenta le misure in caso di necessità, con un minimo di elasticità nella capienza massima che si determina con la pressione del posteriore sulla valigia rimpinzata. E poi il trolley di stoffa si può personalizzare con le patches. In ogni Paese che visito compro le patches di stoffa con lo stemma o la bandiera e le attacco sul mio inconfondibile trolley. Tremo all’idea che prima o poi il logorio mi costringerà al ricambio.
Trucchetti da trolley:
1) preferite i trolley a 4 ruote, quelli a due prima o poi tendono a spaccare l’asse portante inferiore.
2) controllate l’interno, alcuni manici a scomparsa portano via una quantità di spazio esagerato all’interno della valigia. Questo vale soprattutto per i dolcissimi trolley dei bambini, grandi quanto una borsetta ma pieni solo del loro manico (ma vale la pena farglirli portare ugualmente per l’orgoglio dei piccoli viaggiatori).
3) quando lo spedite in stiva inserite il trolley in un sacco di tela coprizaini (non i coprivaligia che sono più piccoli), scegliendo possibilmente un modello che si chiude a cerniera e non con un cordone. Questa pratica ha quattro vantaggi: lascia la valigia pulita (ci mancherebbe che mi si rovinassero le patches), permette un lucchetto supplementare e quindi è un buon dissuasivo agli scassi, se ci inserite due valigie le fa considerare un unico bagaglio, consente di partire leggeri e tornare carichi di souvenir da riporre tra la vaigia e il coprivaligia.
4) avvolgere i bagagli nel celophan all’aereoporto è una spesa inutile. se proprio volete un rotolo di domopack costa molto di meno, mentre le assicurazioni delle più comuni carte di credito con cui si acquista il biglietto aereo (soprattutto American express) coprono egregiamente il furto o la ritardata consegna dei bagagli. Non dimenticate un’etichetta con l’indirizzo di casa e il telefono, e abbiate cura di staccare gli adesivi con i codici a barre dei precedenti imbarchi, o si rischiano errori di spedizione del bagaglio.
5)se andate in USA ricordate di non lucchettare il bagaglio altrimenti ai controlli vi romperanno la valigia; esiste uno speciale lucchetto che può essere aperto con una chiavetta in dotazione alla polizia americana, ma probabilmente anche ai malintenzionati.
6)E dentro la valigia? non è vero che un bagaglio rimpinzato e appallottolato indecorosamente per occupare tutti gli spazietti permetta un più razionale uso dello spazio. Incredibilmente i vestiti ordinati e piegati occupano meno spazio (attenzione, sì, il principio vale anche per il viaggio di ritorno, quando inesorabilmente la valigia sembra rimpicciolita 🙂
7) gli oggetti troppo lunghi spesso entrano ponendoli in diagonale.quelli più lunghi della diagonale entrano nel sacco portavaligie.
8) a meno che non andiate in crociera, non portate più di un abito elegante, difficilmente vi servirá di sfoggiarne uno diverso ogni sera. Se partite per una settimana, non portate 20 magliette. Calcolate che se fa caldo ogni permanenza di due giorni in uno stesso hotel permette di asciugare perfettamente il bucato. E se fa freddo i maglioni non devono essere cambiati tutti i giorni. Non partite con una farmacia ambulante, non c’è niente di più globalizzato delle medicine. La parola d’ordine è: semplificatevi la vita!
9)fatevi una check list, molti oggetti sono uno standard di tutti i viaggi ma tutte le volte dobbiamo fare mente locale per non dimenticare anche i più banali.
10) e per finire sarà retorico ma è vero: ricordatevi sempre che il vero bagaglio è ciò che vi portate nel cuore e soprattutto quello prezioso che nel cuore vi riportate dal viaggio. E comunque i souvenir sono sempre una cosa bellissima!